Cuffie nelle orecchie, Youtube acceso e tanta voglia di ascoltare musica quando, tra i video correlati, noto "02. Il respiro del Cielo - eclisse (Prod. Elnor Studio)".
La curiosità è così tanta da spingermi a far partire il video: una scelta di cui non mi pentirò mai. Una canzone Rap che non parla di droghe o quartieri malfamati, ma una vera poesia, un vero e proprio inno alla vita. Inizio a spulciare nel canale dell'artista in questione (Eclisse - Fabrizio Travaini) e scopro che quella è solo una delle 12 tracce che compongono l'album "Il respiro del Cielo", terzo disco del 26enne di Villa Cortese.
Dopo aver ascoltato ed essermi innamorato delle sue canzoni, decido di contattarlo per sapere di più di lui, della sua musica e dei suoi progetti futuri.
Perché hai scelto "Eclisse" come nome d'arte?
"Il nome 'Eclisse' è nato perché intorno a me vedevo troppa luce. Troppe persone cercavano di dare risposte illudendo la gente e inducendola a pensare che quello che vendevano fosse oro e che le loro risposte fossero le migliori: ognuno voleva essere l'unica luce a brillare. 'Eclisse' è il tentativo di entrare in una dimensione interiore di oscurità, in un luogo silenzioso dove non è necessario apparire ma essere sé stessi, offuscando, proprio come fa l'eclisse, tutte queste finte luci per trovare quella vera dentro di sé".
Da quando hai iniziato a sviluppare questa passione per la musica?
"La passione per la musica è nata quando avevo 13 anni attraverso l'Hip-Hop di Fibra e Tupac. Crescendo, mi sono spostato sul cantautorato italiano e sulla musica classica. Negli anni ho esplorato il jazz di New Orleans e tantissimo Battiato, ma comunque gli ultimi tre li ho dedicati moltissimo all'ascolto dell'Hip-Hop senza sosta (da quello italiano a quello inglese fino a quello americano), passando dall'Old alla New School, dalla Trap a tutto il possibile immaginabile senza pormi divieti: ero alla ricerca di 'Master of Ceremonies' veri e propri da cui imparare.
Quando faccio musica amo sempre conoscerla profondamente per rispettare il genere e fare il miglior lavoro possibile".
Perché alla fine hai scelto proprio la musica rap?
"Dopo che si è sciolto il gruppo in cui cantavo ho smesso di fare musica, ma mai di scrivere testi, infatti mi sono dedicato alla scrittura di due libri. Dopo un po' è tornato in me il desiderio di esprimermi attraverso i suoni, e dato che non c'era più un gruppo con cui poterlo fare, ho provato a scrivere su basi che trovavo su internet e mi sono accorto che uscivano testi con metriche tipiche del rap.
Mi piaceva molto come cosa, perché la sentivo spontanea, sentivo davvero che quel modo di scrivere esprimeva davvero chi fossi, e poi era un genere che mi permetteva di spaziare molto negli argomenti. Da lì ho cominciato a darci dentro e ad ora ho pubblicato un album sperimentale ('Uno Nessuno e Mr. Febrius') e due registrati nello studio di registrazione Elnor Studio ('Look Alive' e 'Il respiro del Cielo')".
A che età hai iniziato a scrivere?
"Ho iniziato a scrivere poesie a 16 anni e il mio primo testo musicale risale a poco prima dei 18. Da lì fino ad oggi penso di aver realizzato più di 500 testi, ma purtroppo molti non hanno mai visto la luce del palco, né col gruppo precedente né ora col genere rap.
Tieni presente che per ogni album scrivevo almeno 60 brani e poi facevo una cernita fino a trovare le tracce che avrebbero composto il disco".
Quando farai uscire nuovi pezzi?
"Non usciranno nuovi pezzi come singoli, ma un album di inediti in una data ancora incerta, spero per la primavera o al massimo per l'estate, perché il sogno di farlo uscire per quest'inverno è definitivamente svanito, ma sono sereno perché so che ho voglia ed entusiasmo di realizzarlo. Vi saluto regalandovi un'anticipazione: il titolo dell'album sarà 'Il Pianeta del Silenzio'".
Al termine di questa breve intervista saluto Fabrizio, sperando un giorno di rincontrarlo, magari a qualche suo concerto, perché ha tutto per affermarsi e per far conoscere la sua musica.