A due mesi e mezzo dalla scomparsa del cantante inglese george michael, icona pop degli anni '80, i risultati finali dell'autopsia confermano che i motivi della sua morte siano da addebitarsi solo ed esclusivamente a cause naturali. La scomparsa dell'artista ed i misteri ad essa conseguiti hanno occupato intere pagine di cronaca e gettato nello sconforto i suoi milioni di fan in tutto il mondo.
La lunga autopsia
Il 53enne George Michael viene ritrovato morto la mattina del 25 dicembre 2016, nella sua casa londinese del quartiere di Highgate. Arrivati i soccorsi, i medici non possono far altro che constatare il decesso del cantante e trasportarlo in ospedale per l'autopsia.
I primi risultati autoctici avrebbero fatto sospettare un decesso per insufficienza cardiaca prima e poi uno per overdose di sostanze stupefacenti, che suscita persino il dubbio di un suicidio. Il mistero sul decesso della star s'infittisce successivamente, quando i medici che si stanno occupando dell'autopsia dichiarano la necessità di ulteriori indagini cliniche.
I risultati finali dell'esame autoctico
I risultati finali dell'autopsia sul corpo dell'artista sono stati resi pubblici in questi ultimi giorni: i medici che a lungo si sono occupati dell'esame autoctico sono giunti alla conclusione che Michael sia deceduto per cause naturali, dovute ad una cardiomiopatia dilatata con miocardite. Inoltre, come confermato dagli stessi medici, la star soffriva anche di una forma di steatosi epatica, che avrebbe compromesso anche le funzioni epatiche.
Dopo questi accertamenti, il medico legale ha dichiarato ufficialmente che non sussiste più alcun motivo per effettuare altre indagini mediche e pertanto il caso, almeno da un punto di vista clinico, può considerarsi chiuso.
Si vocifera inoltre, anche se i familiari dell'artista smentiscono, che da tempo il cantante soffrisse di una forma depressiva che lo avrebbe portato quotidianamente a lottare contro la solitudine e un progressivo disinteresse verso la sua professione.