Per i fan è un sospiro di sollievo dopo la dichiarazione di aver smesso di cantare: Francesco Guccini torna a farsi vivo dagli Appennini con l’uscita di un nuovo album: L’ostaria delle dame, in uscita con Universal Music il 3 novembre. Lasciata ormai da tempo Bologna, le osterie e via Paolo Fabbri 43 per la sua Pavana, il cantautore settantenne che riempiva i palasport, torna a celebrare il suo legame con la città e quella vita tutta bolognese che per anni ha raccontato, facendolo nel modo che gli è più congeniale: le sue canzoni.
L’Osteria delle dame è innanzitutto un luogo fisico, dall’omonimo nome che Guccini e Michele Casali fondarono nel 1970.
Il locale fu per 15 anni il luogo sacro della musica rock e folk del capoluogo emiliano, si registravano album e vi si tenevano concerti. Il nuovo progetto discografico ha visto la luce grazie al rinvenimento di alcune registrazioni di tre concerti acustici tenuti da Guccini all’Osteria delle Dame. Recuperato un materiale del genere, si è pensato subito di farlo uscire. Dalla Universal Music fanno sapere che si è riusciti a mantenere l’atmosfera dei concerti grazie al passaggio diretto dai nastri magnetici: sono stati mantenuti gli applausi e le risate degli spettatori, insieme ai commenti ed alle battute del cantante. È noto ai suoi fan che Guccini, durante i concerti, tra una canzone e l’altra ami fare spettacolo anche dialogando con la platea di ascoltatori.
L’album live esce in due versioni: la prima fatta di 2 cd che contiene un assortimento di tre concerti e un booklet, la seconda, luxury, composta da un cofanetto con ben 6 cd e un libro di foto con l’introduzione di Francesco Guccini. L’occasione è ghiotta per i fan del cantautore che potranno saggiare degli inediti nonostante la sua scelta di non cantare più e rivivere l’atmosfera di quella Bologna ormai perduta fatta di osterie, canzoni e folk.
I Sei cd contengono canzoni che per lo più sono già note ai fan, da Bisanzio a Canzone di notte, passando per Un altro giorno è andato, fino a Autogrill. Pezzi già scolpiti nella memoria di ogni gucciniano e che, a dirla tutta, sono già confluiti in altri live pubblicati dall’autore nell’arco della sua carriera che è stata per gran parte in Emi.
La particolarità del riascoltare questi brani è quella di poterlo fare provando a riassaporare il gusto e i sapori di una storia che oggi non c’è più. Proprio quella mitizzata da Guccini stesso, la sua vita notturna, dagli incontri sotto i portici alle ballate in osteria, a quel bicchiere di vino sempre mezzo pieno e alla chitarra sempre in mano; diretti a far mattino. Oltre al sapore della Bologna perduta i 6 cd portano all’ascoltatore, per il gucciniano forse è la parte più gustosa, le battute, sempre tante ai concerti e i dialoghi di Guccini che parla col suo pubblico mentre beve vino e imbraccia la chitarra. Torna l’umorismo di Opera buffa, con I fichi e i tanti Intro che precedono le canzoni, memoria storica di un cantautore sempre al lato della scena, schivo dei riflettori che in tutta la sua carriera si è ritagliato una fetta di pubblico vasta, spesso radical, che si è rinverdita negli anni.