Si conclude, dopo tre anni, la trilogia con protagonisti Christian Grey e Anastasia Steele alle prese con amore, passione, intrighi e tanta trasgressione. Ebbene, dall'8 febbraio è nelle sale il terzo capitolo della saga iniziata con Cinquanta sfumature di grigio, proseguita con Cinquanta sfumature di nero e che ora termina con Cinquanta sfumature di rosso. La storia riprende da dove è finita nel precedente film. Ana e il suo mr. Grey celebrano il loro sfarzosissimo matrimonio e decidono di partire per la luna di miele in giro per l'Europa. Tuttavia, qualcuno minaccia la felicità dei novelli sposi che decidono di tornare in fretta e furia a Seattle.

Da quel momento emergeranno i veri problemi e i primi screzi matrimoniali in un susseguirsi di eventi ai limiti delle soap opera.

La fine trash della saga

La trama della pellicola di James Foley Cinquanta sfumature di rosso è molto semplice e non regala particolari colpi di scena. O, meglio, quello che accade è talmente prevedibile che lo spettatore è guidato per inerzia fino all'epilogo della storia. Ogni film della trilogia tratta dai libri di E.L. James sembra aggiungere un tassello in più al concetto di trash. Dopo la noia che si è respirata nel primo capitolo, la comicità involontaria del secondo, in questa terza parte della storia di Ana e Christian assistiamo a scene ridicole e nevrotiche dei due protagonisti, ormai completamente snaturati rispetto al capitolo che ha dato il via a tutto.

Adesso, Christian Grey si è trasformato in un marito zerbino, completamente devoto alla moglie. Sembra aver superato le sue ossessioni, il suo essere infinitamente tormentato ed è diventato un uomo cresciuto con la paura di diventare padre.

In effetti, quando Ana resta incinta (che come dirà la stessa protagonista era praticamente scontato visti i numerosi rapporti tra i due) fugge dall'ex amante ma se il mr.

Grey degli esordi l'avrebbe legata e bendata, ora il nuovo Christian si limita a confidare lei i propri problemi matrimoniali. Anastasia, dal canto suo, non è più la verginella spaurita dell'inizio. Ora è una donna in carriera, gestisce una casa editrice ma sotto le lenzuola è ancora sottomessa al marito, in una sorta di de profundis del femminismo per cui migliaia di donne hanno lottato in quarant'anni.

Insomma, anche in questa pellicola, sono tante le cose che non vanno anche se c'è da dire che a livello visivo si osa di più con scene più esplicite rispetto ai precedenti. Anche Cinquanta sfumature di rosso sarà sicuramente un successo di pubblico ma, in quanto alla critica, un film destinato al dimenticatoio.