Immaginate di avere a vostra disposizione un esercito di fedeli guerrieri. Immaginate che siano pronti a intervenire ogni volta che un invasore minaccia la vostra sopravvivenza. E poi immaginate che proprio il comandante di questo esercito si rivolti contro di voi per allearsi con l'aggressore.

E' più o meno la storia di Jaime Lannister, il personaggio de Il Trono di Spade che tradisce e uccide il suo sovrano, il Re Folle Aerys II Targaryen, meritandosi il soprannome di "Sterminatore di Re" (Kingslayer nell'originale inglese). Ma è anche quanto sembra avvenire all'interno del corpo umano in seguito allo sviluppo di un tumore.

I sicari del cancro

Da tempo, la ricerca su questa classe di patologie si è concentrata sui macrofagi, cellule del sistema immunitario che normalmente inglobano e distruggono particelle estranee come i microrganismi; ma che, in presenza di un tumore, vengono riprogrammati al fine di favorire il processo di crescita tumorale.

Ora, però, un team di ricercatori capitanati da Emanuele Giurisato, dell'Università di Siena, ha evidenziato come all'origine di questo ricablaggio ci sia una specifica proteina: ERK5, per gli amici Extracellular-Regulated Protein Kinase.

Lo studio, pubblicato sulla rivista dell'Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti (Proceedings of the National Academy of Sciences), ha infatti dimostrato che ERK5 è in grado di operare una sorta di "lavaggio del cervello" nei macrofagi, inducendoli ad abdicare al ruolo biologico di soldati del corpo umano per mettersi agli ordini del tumore.

Come dunque, in Game of Thrones, la Guardia Reale Jaime Lannister decide di assassinare il Re Folle durante la ribellione di Robert Baratheon, così ERK5 tradisce il proprio organismo, ma senza neppure "sporcarsi le mani", mettendo l'arma del delitto nelle mani dei macrofagi mutati.

Le prospettive della ricerca

Se allora ERK5 svolge il ruolo di complice del cancro, potrebbe diventare il bersaglio di nuovi farmaci anti-tumorali: in effetti, mediante esperimenti sui topi il team di Giurisato ha già dimostrato che l'assenza di questa proteina inibisce lo sviluppo del carcinoma, creando al contempo un ambiente infiammatorio anti-cancro.

Una futura terapia oncologica potrebbe perciò mirare a sopprimere ERK5, impedendo che possa riprogrammare i macrofagi in funzione pro-tumorale.

Come spesso accade nella Ricerca scientifica, è probabile che ci vorrà del tempo: ma intanto diventa possibile guardare al futuro con più ottimismo. Anche perché con certe patologie, proprio come al gioco del trono, "o si vince o si muore. Non c'è una terza possibilità".