Commozione ed entusiasmo al Teatro Carignano di Torino per il nuovo spettacolo di Gabriele Lavia. Dal 27 febbraio all'11 marzo centinaia di spettatori torinesi (e non solo) hanno potuto emozionarsi assistendo a questa eccezionale rappresentazione e il successo era inevitabile. Uno dei drammi più celebri e intensi del grande drammaturgo svedese Johan August Strindberg diretto e interpretato da un magnifico attore e regista italiano: l'incontro tra questi due artisti non poteva che dar vita a qualcosa di magico e così è stato. Uno spettacolo di quasi tre ore che tiene gli spettatori incollati alle sedie, senza battute d'arresto, senza un solo momento di noia o calo d'attenzione.

Anche per i migliori questo obiettivo non è scontato. Lavia ci regala un'interpretazione così intensa, così profondamente umana e vera, da commuoverci e lasciarci col fiato sospeso. Scava nella visceralità di un testo forte e complesso, crudo e spietato nella violenza dei suoi risvolti psicologici. E lo fa con una delicatezza e un'attenzione ai dettagli della natura umana davvero sorprendenti.

Caratteristiche dell'opera

La caratteristica forse più curiosa (e geniale) di questo dramma risiede nell'apparente "banalità" della causa scatenante della tragedia, nella quotidianità quasi scontata dell'argomento che di lì a poco sarà fonte di drammatici risvolti: un banalissimo diverbio tra marito e moglie a proposito dell'educazione da impartire alla figlia.

L'uomo vorrebbe che si trasferisse in città per studiare in un ambiente diverso, la donna è invece determinata a tenere la ragazza stretta a sé, nella casa in cui ha sempre vissuto, convinta di poterla avviare a una promettente carriera artistica. Nulla di questa discussione ci porterebbe a sospettare l'innescarsi dei terribili eventi cui invece assisteremo nel corso dello spettacolo.

Una causa scontata metterà in luce, inaspettatamente, dinamiche familiari perverse, relazioni gravate da anni di forzata convivenza, di insofferenza per l'altro, di incancrenirsi di rapporti morbosi non più sanabili. Astio, rancore, violenza psicologica, sopraffazione, odio. Un fiume inarrestabile di sentimenti che da un momento all'altro straborda, esce dagli argini e travolge tutto, senza possibilità di ritorno o via d'uscita.

La Compagnia

Sul palcoscenico, insieme a Lavia, una compagnia di attori straordinari. Dalla terribile moglie, protagonista femminile del dramma, alla vecchissima balia, tutti gli interpreti si sono dimostrati pienamente all'altezza di questa tragedia e del genio del suo autore. Hanno portato in scena i propri personaggi con intensità e convinzione, li hanno resi umani, reali, infondendo loro una tensione emotiva incredibile. Hanno rispettato l'introspezione psicologica che permea la vicenda. In alcuni momenti il pubblico arriva quasi a dimenticarsi di essere a teatro, di assistere a una rappresentazione, alla finzione allestita da un gruppo di attori che interpretano un testo scritto da qualcun altro più di un secolo fa.

Questa è la magia del teatro. Questo dovrebbe essere il teatro, sempre.