Philip Roth, uno dei più grandi scrittori statunitensi, è morto martedì notte a Manhattan, all'età di 85 anni, per insufficienza cardiaca. Eterno candidato al premio Nobel, ha scritto alcuni capolavori della letteratura del Novecento.

Philip Roth, il gigante della letteratura

Philiph Roth morto all'età di 85 anni a Manhattan per insufficienza cardiaca, come annunciato dal suo agente letterario Andrew Wylie, è stato uno dei più grandi scrittori statunitensi; nonostante da anni nella lista dei canditati al Premio Nobel per la letteratura, non lo vinse mai, in quanto l'Accademia svedese riteneva Roth uno scrittore troppo scorretto e irriverente, troppo poco accademico.

Lascia 31 Libri, di cui 27 romanzi, numerose interviste e una lettera aperta a Wikipedia; numerose frasi memorabili dove racconta il motivo per cui scrive e ad un certo punto il perché ha deciso di smettere; dove parla di famiglia, identità americana, come nessuno ha mai fatto prima e di come la vita sia un gioco dalla posta altissima che si vince ogni giorno, finché ad un certo punto un giorno non c'è più. Nel 2012 l'annuncio che non avrebbe più scritto, a causa dei terribili dolori alla schiena che lo perseguitavano e che lo costringevano a scrivere in piedi. Gli oltre trenta libri pubblicati, gli valsero il premio Pulitzer per "Pastorale americana", un capolavoro assoluto, un romanzo che offre un ritratto acuto e amaro degli Stati Uniti, dagli anni del dopoguerra a quelli del Vietnam.

Philiph Roth, la carriera

Di origini ebraiche, nato nel 1933 a Newark, nel New Jersey, viveva tra New York e la campagna in Connecticut. I genitori, appartenevano alla comunità ebraica della città natale e in quella piccola comunità Philip Roth, inizia ad osservare la sua gente e costruire le sue prime storie e personaggi. Raccoglie storie, osserva, sino a trasformare il tutto nel grande ritratto dell'America.

Il primo romanzo risale al 1959, ma è solo dopo 10 anni che scandalizzerà il mondo con "Il lamento di Portnoy", opera molto discussa, soggetta a diverse interpretazioni, tanto da essere definita "manifestazione psicopatologica di se stesso di un giovane ebreo che insulta il suo popolo e lo vuole mettere alla berlina". Egli era una persona non conformista, contraria a chi si aggrappa a un modo tradizionale di agire, e in questo caso di scrivere.

Infatti l'Istituzione che avrebbe potuto consegnargli il Nobel lo considerava un autore troppo"poco accademico". Altri romanzi si susseguono negli anni fino ad arrivare alla pubblicazione di "Pastorale Americana" nel 1997, che lo consacra nell'olimpo della letteratura mondiale. Una complessa personalità quella di Philip Roth, anticonformista, contraria al modo tradizionale di agire e di scrivere, un gigante della letteratura mondiale che lascia in eredità ai suoi lettori romanzi e citazioni memorabili.