Nota della redazione, 28 agosto 2021
: abbiamo depubblicato 14 articoli scritti da Luciano Bonazzi perché contenevano notizie imprecise o false. Bonazzi non scrive più per Blasting News dal 2018 e date le sue posizioni e la sua incapacità di valutare la veridicità delle fonti non scriverà mai più per Blasting News. Fino al 2018 abbiamo creduto che una piattaforma aperta a tutti, libera e indipendente potesse essere la soluzione per migliorare il giornalismo.

In realtà nonstante gli ottimi risultati alcuni autori come Bonazzi hanno approfittato della libertà concessa dalla piattaforma per fare propaganda diffondendo notizie false.

Oggi Blasting News è un media più maturo con una redazione internazionale di giornalisti che non permetterebbe più a Bonazzi di scrivere quello che ha scritto in passato. Abbiamo deciso di non cancellare alcuni degli articoli di Bonazzi e di inserire in ognuno una nota per spiegare ai lettori quello che è successo con trasparenza.

Angelo Paura - Global Head of Content

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Lo scrittore, all’anagrafe Philip Milton Roth, è stato dei più grandi esponenti della letteratura americana del ‘900. Nacque a Newark (New Jersey) il 19 marzo del 1933, da una famiglia originaria della Galizia, regione dell’Europa orientale oggi suddivisa tra Polonia e Ucraina. I genitori, appartenenti alla piccola borghesia ebraica, s’impegnarono perché potesse usufruire di ottimi studi.

Frequentò la Bucknell University dove conseguì la laurea e perfezionò la sua preparazione frequentando con profitto il master in letteratura anglosassone della Chicago University.

Durante il periodo di formazione, seguì le lezioni di grandi scrittori come Saul Bellow e Bernard Malamud, che influenzarono profondamente la parabola letteraria di Roth.

Divenuto docente universitario, tenne corsi di storia della letteratura e scrittura creativa nelle università dell’Iowa e di Princeton. Infine, ottenne una cattedra all’Università della Pennsylvania, che conservò fino al 1991, quando si dimise per dedicarsi unicamente alla scrittura.

Come scrittore, Philip Roth utilizzò toni tra l’ironico, il disincantato e il provocatorio; nei suoi libri, la riflessione sull’Olocausto s’intreccia col rapporto padre-figlio e all’interesse per la rivoluzione sessuale.

Fin dalle prime opere, Roth utilizzò altresì la psicanalisi, per affrontare il succitato rapporto col padre e con la cultura laica riferita all’ebraismo.

Lo strumento della satira

Nelle sue opere, Roth utilizzò la satira per affrontare i problemi legati al matrimonio misto interreligioso, a partire dal romanzo Lasciarsi Andare. La satira e l’ironia pervadono anche il Lamento di Portnoy, romanzo che narra la vicenda di un malato patologico affetto da nevrosi maniacale della sfera sessuale, che gli valse molte critiche per l’esplicito riferimento all’autoerotismo, ma anche un grande riscontro da parte dei lettori americani. La satira politica gli fu utilissima per criticare liberamente l’allora presidente Richard Nixon, del quale deplorava le iniziative di guerra.

Altri romanzi di notevole successo furono la celeberrima Pastorale Americana del 1997, che gli valse il Premio Pulitzer, e Ho sposato un Comunista, romanzo di critica all’America del maccartismo, solo per citarne due: ma l’intera produzione letteraria di Roth copre mezzo secolo, dall’esordio ufficiale nel 1952 fino al 2010.

La narrativa di Roth ci parla della cultura americana tra baseball, anti-comunismo, interiorità, taboo sessuali, libertinaggio, cioè i vizi privati e le pubbliche virtù dei perbenisti statunitensi. Philip Roth, spirato a New York il 22 maggio 2018 per insufficienza cardiaca, aveva ottenuto premi e riconoscimenti internazionali, suo unico cruccio fu quel Premio Nobel al quale aspirò invano per decenni, comunque sia, da ora, nel firmamento letterario brilla una nuova stella.