Appassionato, emozionato e travolgente il maestro Ezio Bosso ha incantato l'emiciclo del Parlamento Europeo durante la Conferenza 'Cultural heritage in Europe: linking past and future' tenutasi a Bruxelles lo scorso 26 giugno. Il pianista, compositore e direttore d'orchestra torinese è stato un ospite d'eccellenza e d'eccezione della giornata organizzata nel contesto dell'anno europeo del Patrimonio culturale 2018 che mira a coinvolgere maggiormente i cittadini sull'importanza della cultura in Europa.
'La musica non ha confini'
È stata una lezione di musica ma anche di storia con al centro l'Europa quella a cui abbiamo assistito a Bruxelles durante l'intervento del maestro Ezio Bosso.
Il maestro ha parlato dell'importanza della musica nell'abbattere i confini, trascendere dalla territorialità ed abbracciare chi vediamo come diverso. Proprio lo studio della musica, in particolare quella classica, secondo il maestro permette di abbracciare culture, lingue e origini anche molto diverse fra loro. Grazie alla musica si parla un'unica lingua, si toccano emozioni universalmente riconosciute.
'L'Europa è un'orchestra'
Non poteva non paragonare la sua vita e la sua musica all'Europa che viene definita dal maestro proprio come un'orchestra che deve suonare all'unisono, come ha sottolineato anche Tajani. Poche ore dopo, nelle stesse sale di Bruxelles, è iniziato il summit del Consiglio europeo sulla questione migranti e quella di Ezio Bosso sembra essere stato un invito ai capi di Stato presenti, il maestro infatti ha invitato tutti all'ascolto: 'Un grande musicista non è quello che suona più forte ma che ascolta di più l'altro'.
C'è stato anche spazio per un ricordo molto toccante, Bosso ha voluto infatti ricordare l'importanza di Carlo Abbado, un altro monumentale direttore d'orchestra che 40 anni fa fondò l'Orchestra giovanile europea quando ancora il concetto di Europa unita come lo intendiamo oggi era molto lontano. Un discorso quello del direttore d'orchestra che ha coinvolto i moltissimi partecipanti alla conferenza, che al termine gli hanno dedicato una standing ovation e un lunghissimo applauso che sembrava non volesse spegnersi.
'Credete nella musica, credete nell'Europa' è stata la chiosa del maestro Bosso, rimarcando ancora l'importanza di questo parallelismo, nella speranza che la musica unisca come in passato popoli e culture storicamente anche molto diversi.