Nell’ambito della cultura cristiana, il purgatorio – insieme a paradiso e inferno – è uno dei probabili luoghi di passaggio per le anime dei defunti. Secondo altre interpretazioni, come per esempio quella di scuola buddista, si tratterebbe invece di un concetto metafisico che contempla più semplicemente, si fa per dire, la reincarnazione e la purificazione, alle quali andrebbero incontro gli individui bisognosi di tali cure. Per quanto concerne la figura dell’angelo, essa è presente nelle principali religioni monoteistiche: pur – alcuni di loro – caduti in disgrazia, essi rappresentano l’aiuto che Dio mette a disposizione dell’uomo che vuole tornare, dopo la sua peripezia terrena, al suo cospetto.

Lo scrittore Maurizio de Giovanni, insieme al concetto di ‘confessione’, ha pensato bene di usare questi ingredienti appartenenti alla cultura religiosa, per tessere un romanzo poliziesco di ampio spessore.

La Napoli degli anni Trenta

E, quindi, sopra un terreno terminologico formato di purgatori, angeli e confessioni che è stato edificato il plot avvincente di “Il purgatorio dell’angelo” (Einaudi, Stile libero big, pag. 314). Il thriller sarà pubblicato il 28 giugno 2018. Purtroppo, d’altra parte e come previsto dall’autore, l’alto lignaggio di queste parole e i loro conseguenti concetti, non riescono ad addomesticare il male. Infatti, un uomo barbaramente ucciso irrompe fra le pagine della storia narrata da de Giovanni.

E neanche la stagione dei fiori – che pur dovrebbe funzionare da deterrente – riesce ad evitare l’evento luttuoso che sconvolge la Napoli degli anni Trenta, la quale, con l’inverno alle spalle, sonnecchia pacatamente sul mare di Posillipo.

Il prete teologo

Prima si è parlato di purgatori, angeli e confessioni. Non basta: ad arricchire lo strumentario para ecclesiale che Maurizio squaderna nel suo giallo patinato di riflessi partenopei, aggiunge anche la figura di un sacerdote.

Infatti, l’assassinato è un prete. E, quasi una sorta di ecolalia testuale riferita al titolo dell’opera, costui è presentato come Angelo, padre Angelo. Quest’ultimo è un teologo benvoluto da chiunque. È un confessore che, intorno a se, ha seminato solo bene e conforto. Alcuni, nei suoi confronti, nutrivano un rispetto particolare, quasi fosse un santo.

È un evento inspiegabile ciò che accade in quella primavera degli anni Trenta. Eppure, l’anziano prete è trovato cadavere. Il commissario Ricciardi ha un nuovo caso. Ma ha pure un nuovo affetto, di nome Enrica.