"Un ritrovamento eccezionale che cambierà la storia": con queste parole, certamente forti ma che sembrano assolutamente adatte al caso, il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli ha commentato la straordinaria scoperta avvenuta a Como.
Durante alcuni lavori, infatti, sotto le fondamenta del teatro Cressoni è stata ritrovata un'anfora all'interno della quale si intravedono decine e decine di monete d'oro di epoca romana.
I primi studi fatti sul reperto suggeriscono che le monete possano essere parte di un'antica cassa pubblica. All'interno dell'anfora sono stati trovati anche due oggetti ed una barretta d'oro.
La conferenza stampa dopo il grande ritrovamento d'oro
Durante la conferenza stampa di lunedì 10 settembre a Milano il ministro Bonisoli ha indicato i prossimi passi da seguire per dare la giusta importanza all'evento e ha anche espresso la sua emozione. "E' un messaggio dei nostri antenati, anche se non possiamo ancora comprenderlo", ha detto Bonisoli.
Il ministro ha annunciato che gli scavi presso l'ex teatro Cressoni, luogo del ritrovamento, continueranno perché è possibile che l'anfora sia solo una minima parte di un giacimento ben più ampio: "potremmo aver trovato un deposito pubblico del quinto secolo" ha, infatti, dichiarato l'esponente del governo.
Il luogo degli scavi non si presta ad un lavoro 'facile' (a causa della presenza di un lago e la conseguente necessità di utilizzo delle pompe): ciò che è certo è i lavori continueranno ma, ad oggi, visto lo straordinario evento, si pensa di interrompere il progetto attuale per sostituirlo con la continuazione degli scavi archeologici.
L'anfora è rimasta intatta per secoli ma, durante questi ultimi lavori, si è creata una crepa che ha permesso di notarne il prezioso contenuto.
Al momento le analisi sulle monete procedono con grande cura presso il laboratorio di restauro del Mibac di Milano: sono state estratte dall'anfora 27 delle circa trecento monete in essa contenute. Alcune addette ai lavori di studio hanno dichiarato che le monete sono state coniate nel periodo degli imperatori Onorio, Valentiniano III, Leone I e Livio Severo e quindi non si collocherebbero oltre il 474 a.C. All'interno del contenitore sono stati intravisti anche altri oggetti (che, però, non sembrerebbero gioielli) e una barretta d'oro: una quantità così ampia di oro porta a pensare che si possa trattare di una cassa pubblica, in quanto è poco credibile che un privato potesse avere così tanta ricchezza.