Due giorni fa il noto portale americano TMZ ha diffuso un video inedito, registrato un mese fa dalle telecamere di sorveglianza di un albergo di Atlanta, nel quale è possibile vedere cinque bodyguard di Machine Gun Kelly colpire duramente l'attore Gabriel Rodriguez, noto anche con lo pseudonimo di G-Rod. Quest'ultimo poche ore prima aveva diffuso un video, registrato all'interno di un ristorante nelle vicinanze dell'albergo e tutt'ora presente on line, dove lo si vede mentre prende in giro un MGK visibilmente indispettito, definendolo 'p***y', dopo averlo affiancato al bancone del bar del locale mentre era in compagnia di una ragazza.

Alla base dell'astio dell'attore – stando a quanto da lui successivamente dichiarato – nei confronti di MGK, il fatto che quest'ultimo abbia voluto tirare in mezzo la figlia di Eminem nell'ambito del dissing che i due rapper hanno in atto da più di un mese.

Ora il racconto di Gabriel Rodriguez è supportato da prove concrete

La vittima del pestaggio il giorno seguente ai fatti di metà settembre aveva raccontato la sua versione, che sostanzialmente coincide con le immagini delle telecamere di sorveglianza diffuse due giorni fa, ma in molti, nonostante gli evidenti segni del pestaggio visibili sul viso di G-Rod, avevano fatto fatica a credere che fosse stato effettivamente pestato a tradimento dalle guardie del corpo di Machine Gun Kelly, ipotizzando che stesse semplicemente cercando un modo per farsi pubblicità, salendo alla ribalta delle cronache sfruttando l'enorme clamore mediatico suscitato dal dissing tra Eminem e il più giovane collega originario di Cleveland.

Analizzando con attenzione le immagini della rissa è possibile constatare come Rodriguez sia stato colpito a tradimento: l'uomo che lo spinge per terra arriva infatti da dietro, mentre l'attore è impegnato a fronteggiare faccia a faccia gli altri quattro bodyguard. I numerosi colpi di quest'ultimi sono arrivati soltanto in un secondo momento, quando G-Rod era a terra.

Dopo i ghostwriter anche i ghostfigther?

Troppo poco per affermare che MGK sia il mandante dell'agguato? Per un tribunale penale potrebbe anche essere di sì, ma non per il pubblico americano, che adesso sta sostanzialmente prendendo per buona questa versione. Emblematico in tal senso un commento lasciato da un utente sulla pagina facebook di un noto Rap-magazine americano: "Dopo i ghostwriter (i cosiddetti 'autori fantasma', che talvolta scrivono i pezzi dei rapper, ricevendo un compenso ma rimanendo nell'anonimato) ci sono anche i ghostfighters?".