In una recente intervista concessa a Rolling Stone, Anastasio ha manifestato il suo punto di vista sull'attuale scena musicale italiana, esprimendo giudizi tanto elaborati quanto critici, sia a livello generale sulla musica contemporanea del bel paese, che sui due generi più rappresentativi delle nuove generazioni, ovvero il Rap, criticato soprattutto nella sua accezione trap, e l'indie.

La svogliatezza dei testi

"Io nella nuova musica italiana spicco per contrasto – ha dichiarato il vincitore dell'ultima edizione di X Factor – ormai la musica italiana si è fatta completamente svogliata nei testi, fatta eccezione per poche persone, che si impegnano concretamente a scrivere.

Ma si tratta solo di una nicchia, che non riceve neanche l'attenzione che meriterebbe".

Il cantante è poi arrivato a parlare di vera e propria 'svogliatezza nella scrittura', e addirittura di 'crisi degli autori', criticando apertamente la superficialità della musica indie, la cui essenza, secondo il suo punto di vista, potrebbe essere sintetizzata nella definizione 'Bella melodia con testo svogliato', queste le sue parole: "Io noto proprio della svogliatezza a livello di scrittura dei testi, l'indie è questo: una bella melodia con un testo svogliato, credo che sia in atto una crisi degli autori".

'Il rap era già facile, la trap può farla chiunque'

Per certi versi ancor più critico il giudizio sui testi trap.

Anche in questo caso il rapper ha però salvato il lato melodico: "Io vorrei avere qualcosa a che fare con la trap, mi piacciono le sonorità. [..] La trap è il massimo esempio della svogliatezza nel testo, una svogliatezza che viene addirittura ostentata. E' questo ciò che la rende allo stesso tempo geniale e tremenda.

Già il rap era facile da fare, ma per fare trap non serve neanche più andare a tempo, avere una metrica, chiudere le rime.

Può farla chiunque, non ci vuole niente. Devi solo parlare e dire ca..., nella speranza di far ridere, o sperando di fare brutto. [..] Ora si atteggiano tutti a 'King', ma io non faccio a gara a chi ce l'ha più lungo. Capito qual è il fatto ? In questo il mentore è Caparezza. [..] La scena rap è una pagliacciata, è molto infantile su certe tematiche, tipo chi è il King, chi ce l'ha più lungo, il dissing, la frecciatina, ma è un cabaret.

Io ho un altro obbiettivo, non voglio mettermi al di sopra di tutto ciò, ma al di fuori, io voglio raccontare delle cose [..] poi posso apprezzare anche pezzi leggeri, che mi fanno prendere bene in macchina, ma non considererò mai gli autori di pezzi di questo tipo alla stregua di chi il rap lo fa per comunicare e non per apparire".