Intervistato dalla redazione di Huffington Post Italia, l'autore della recente biografia di Kurt Cobain, Danny Goldberg, ha parlato senza troppi veli del personaggio di Cobain, lui che l'ha assistito per anni in veste di manager dei Nirvana. Lo ha fatto raccontando a 360 gradi il personaggio, facendo capire di che pasta fosse fatto veramente il cantante simbolo degli anni Novanta.

L'intervista

Danny Goldberg, presidente e capo della GoldVillage Entertainment, è stato intervistato in occasione del recente Salone del Libro di Torino ed ha voluto ricordare alcuni momenti della breve ma intensa carriera di Kurt Cobain, del quale ha scritto la recente biografia Serve The Servant, edita in Italia da HarperCollins.

Goldberg ha detto di aver iniziato a pensare a questa biografia ben 10 anni fa: ha capito che troppo facilmente la sua immagine veniva accostata alla sua tragica scomparsa, ma a suo avviso ciò non permette di cogliere la sua identità autentica. Con questo libro l'autore ha voluto fare un diverso ritratto, in cui includere la genialità dell'artista, la sua umanità e dolcezza, ovviamente approfittando dell'importante anniversario che cade proprio nel 2019: lo scorso 5 aprile erano infatti esattamente 25 anni dalla sua scompara.

Per Goldberg, che dei Nirvana è stato manager, Cobain ha rappresentato l'apice della sua carriera, in quanto persona davvero talentuosa e di successo. Fra i due esisteva un forte legame emotivo: con lui è sempre stato squisito e gentile.

E il manager vuole anche parlare dei suoi difetti: lo fa smentendo quella visione mitica che potrebbe aver dato Everett True col suo libro sui Nirvana, in cui Kurt viene paragonato ad un angelo caduto sulla terra con le sembianze umane. Ciò era una "ca..ata", a suo avviso.

Secondo Goldberg Kurt sapeva essere anche fastidioso, nel senso buono del termine "In realtà era un rompico..ioni".

Una persona lunatica, un attaccabrighe, ma "cattivo, buffo e stupido quanto noi". Alternava momenti di alti e bassi. Era depresso, aveva problemi di tossicodipendenza, ma sapeva disporre di una grande creatività: era anche dotato di sarcasmo, ma conservava sempre molta fiducia per quello che faceva dal punto di vista artistico.

Amava oziare e stare in pigiama senza far nulla, così come amava il "cibo spazzatura". A tratti poteva essere scontroso e antipatico, ma era una persona sensibile e davvero intelligente.

Kurt Cobain per gli altri

Per quelli che non lo hanno conosciuto di persona, Kurt è stato una rockstar: ha saputo influenzare moltissimi musicisti, con il suo stile autentico, con un punk che ha dato voce al sentimento di solitudine e isolamento che provavano i giovani della sua generazione. E proprio per questo, ancora oggi, la sua figura sembra essere destinata a non tramontare.

Con i suoi testi, ravvisa Goldberg, Cobain è riuscito ad andare oltre la sua epoca, e lo paragona a grandissimi artisti come Lennon, Marley o Bowie.

Non resta che saperne di più, leggendo Serving the Servant: Remembering Kurt Cobain. Avvicinandosi a questo libro si ha la sensazione di trovarsi davanti ad una biografia limpida, trasparente. In poche parole al ritratto umano di una persona, simile a migliaia di altre persone con pregi e difetti.