Un'investigazione così, non si era forse mai vista prima. Se quei capelli fossero realmente dell'insuperato artista, inventore e scienziato rinascimentale che il mondo ci invidia, allora potrebbero permettere di scoprire molte cose sulla vita 'segreta' di Leonardo da Vinci. Di certo, a breve prenderà il via la 'caccia' al Dna da estrarre da quei resti, per scoprire se siano appartenuti a lui realmente. La notizia che sta facendo assai rumore è infatti che è stata ritrovata in una collezione privata degli Stati Uniti una particolare ciocca attribuita a Leonardo: il cimelio sarebbe accompagnato da un documento che ne attesterebbe lʼautenticità.

A darne la notizia ufficiale, sono stati Alessandro Vezzosi, studioso del genio e direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci, e la storica Agnese Sabato, presidente della Leonardo Da Vinci Heritage. Di certo, un'operazione mass mediatica intelligente, se non geniale, in coincidenza con una ricorrenza importante: le decisive novità saranno infatti illustrate domani dagli esperti a Vinci perché il 2 maggio ricorre il quinto centenario della morte di Leonardo.

'Les Cheveux de Leonardo da Vinci'

E' stata denominata con l'espressione francese 'Les Cheveux de Leonardo da Vinci', la ciocca che gli studiosi hanno recuperato oltreoceano: finora era rimasta 'secretata', cimelio prezioso e nascosto, in una collezione americana.

Le modalità di questo rinvenimento restano al momento top secret. Il reperto, o sacra reliquia a seconda dei punti di vista, sarà esposto in anteprima mondiale domani nei locali della Biblioteca Leonardiana di Vinci nel corso di una conferenza stampa indetta per le 11 in cui gli esperti annunciano di svelare i dettagli del ritrovamento e inaugureranno la mostra 'Leonardo vive' e il nuovo “Museo Leonardo e il Rinascimento del vino”.

Che messer Leonardo, oltre ad avere una testa geniale, avesse anche una bella chioma, ce l'ha fatto scoprire lui stesso in un celeberrimo autoritratto fatto a sanguigna. Grazie alla ciocca cimelio, Alessandro Vezzosi intende continuare la sua ricerca genealogica per rintracciare la discendenza della famiglia di ser Piero, il papà di Leonardo, e del fratello Domenico.

Leonardo nacque ad Anchiano, frazione di Vinci, il 15 aprile 1452 dal notaio Piero e da Caterina, una donna di modeste origini.

Nel 2016, Vezzosi e la storica Agnese Sabato hanno reso noto l'esistenza della discendenza vivente della famiglia, indiretta perché il creatore della Gioconda non ebbe figli. E ora, con questo nuovo tassello, la ricerca degli studiosi mira ad arrivare a ciò che sembrava riguardare il campo dell'immaginazione: fare analisi genetiche del reperto, "l’elemento che mancava per dare ulteriore concretezza scientifica alle nostre ricerche storiche", secondo le parole di Agnese Sabato, per incrociarle con gli esami sul Dna dei discendenti viventi e delle sepolture individuate negli ultimi anni.

La ciocca sarebbe stata prelevata dalla Francia, dove Leonardo fu ospite del re Francesco I, e morì il 2 maggio 1519, sepolto ad Amboise, e sarebbe finita in America attraverso una serie di vicende che sarebbero documentabili.

I dubbi dell'esperto

Silvano Vinceti, ricercatore, scrittore e studioso d'arte, scopritore di tanti misteri che riguardano La Gioconda, e responsabile della realizzazione di ricerche scientifico-documentali sui luoghi di sepoltura e sui resti mortali di Lisa Gherardini detta Monna Lisa del Giocondo, da molti ritenuta la modella usata da Leonardo per la composizione della sua opera pittorica, sepolta nel 1542 a Firenze nel Convento di Sant' Orsola, invita alla prudenza. E' presto per attribuzioni ad effetto: l'unica prova regina è quella del Dna.

Solo se sarà possibile estrarlo dai capelli attribuiti a Leonardo, e compararlo con quello di un discendente maschile, e poi se l'esito sarà positivo, solo allora si potrà parlare con certezza di capelli di Leonardo. Al momento, è solo un'ipotesi di sicura suggestione per attirare l'attenzione sul genio che comunque non smette mai di sorprendere. Di recente, infatti, si è scoperto che, tra le sue tante attività, Leonardo produceva vino e ne beveva con moderazione tutti i giorni. Aveva ideato, manco a dirlo, un metodo tutto suo che ora si sta riutilizzando. L'inedito lato enologico del genio rinascimentale ha ispirato il nuovo museo che si inaugura domani.