Il 23 Luglio 2011 Amy Winehouse venne trovata morta nella sua dimora a Camden Town: ad otto anni da quel triste giorno la vera causa della sua morte non è mai stata propriamente accertata.
Vi sono state tantissime indagini per scoprire cosa fosse realmente successo e in che misura l'alcol abbia influito sulla sua morte, mentre i familiari hanno sempre ritenuto che sia morta per bulimia, della quale soffriva sin da quando era adolescente.
L'ultimo concerto a Belgrado nel giugno 2011
Nel giugno 2011, il mese precedente alla sua morte, Amy Winehouse si era esibita a Belgrado in quello che sarebbe stato il suo ultimo concerto.
La data era la seconda tappa del suo "The Return of Amy Winehouse in Europe", un tour organizzato dalla sua etichetta discografica per preparare la strada al suo ritorno musicale con un terzo album di inediti al quale stava lavorando da tempo. Un tour, e nello specifico quella tappa, che Amy non era assolutamente pronta ad affrontare, ma che svolse ugualmente nonostante le condizioni della cantante inglese. Amy Winehouse non stava bene: quella sera era completamente ubriaca e non si reggeva in piedi. Secondo indiscrezioni dei media, oltre al forte abuso di alcol (ogni tanto si presentava sul palco con un calice di vino) era, al contempo, sotto l'effetto pesante di crack. Quelle croci che avrebbero, alla fine, segnato definitivamente la sua giovane vita.
'Club dei 27', da Jimi Hendrix passando per Kurt Cobain a Amy Winehouse: gli artisti maledetti
Una vita che si è spenta a 27 anni, un'età che sembra essere 'maledetta' per tutti quegli artisti del rock che hanno avuto esperienze con droghe, alcol e dolori. Alla stessa età morirono anche i più celebri Jimi Hendrix, Jim Morrison, Kurt Cobain e Janis Joplin.
Nel documentario "Amy", uscito nel 2015, il parrucchiere della cantante ha rivelato che l'artista aveva spesso fatto riferimento al "Club dei 27", denominato così, e al fatto che sapeva che sarebbe morta presto se avesse continuato a vivere come stava facendo.
Genio e sregolatezza infatti sono spesso e volentieri fortemente uniti.
Ma è proprio da quell'immenso dolore che Amy Winehouse provava dentro di sé che è uscita una Musica fosse così brutalmente affascinante, vera, intrisa di una magia e spontaneità rare. Perché la Winehouse non aveva filtri quando si trattava di scrivere e comporre musica, donava se stessa completamente, nella più crudele sincerità.
Il grande amore 'tossico': il matrimonio con Blake Fielder-Civil e l'abuso senza fine di alcol e droghe
E il suo più grande amore, Blake Fielder-Civil (sposato nel 2007 e dal quale ha poi divorziato nel 2009), è stata anche la sua più grande condanna: l'uomo, dopo aver tentato il suicidio, negli ultimi anni ha ammesso, in svariate trasmissioni tv, di esser stato lui ad aver portato l'ex moglie alla deriva.
Una volta Blake Fielder-Civil disse "ci siamo drogati pesantemente per sei mesi". Un 'mea culpa' dolorosissimo, che ci fa riflettere a fondo su quanto l'amore, ogni tanto, possa diventare letteralmente tossico e pericoloso, quanto un'overdose di eroina.
Il loro rapporto è stato il tema portante del suo album più iconico, "Back To Black", ed è con questo disco che Amy ha dimostrato da un lato di essere ulteriormente maturata come artista, ma dall'altro di essere totalmente cambiata come donna. Era sprofondata in un baratro, come se si fosse innamorata di una specie di 'diavolo tentatore' di cui però non poteva fare a meno, dal quale non è mai più uscita.
Gli album, le hits e i premi vinti nella carriera
Nella sua breve ma intensissima carriera, cominciata nel 2003 con la pubblicazione dell'album "Frank" (oltre 2 milioni di copie vendute), Amy Winehouse ha vinto, tra gli altri, 6 Grammy Awards, 2 Ivor Novello Awards (che premiano la scrittura e la composizione dei brani), 1 Brit Award e 1 MTV Europe Music Award. "Back To Black", il suo secondo e ultimo album di studio realizzato quand'era in vita, è ritenuto dai media del settore musicale tra i migliori dischi della storia della musica e ha venduto oltre 12 milioni di copie nel mondo. A 5 mesi dalla sua morte venne rilasciato l'album postumo "Lioness: Hidden Treasures", una compilation di demo e canzoni mai pubblicate, dal periodo pre-2003 a pochi mesi prima della sua morte, esso ha venduto circa 3 milioni di copie nel mondo.
Tra le sue più grandi hits si ricordano specialmente "Back To Black", "Rehab", "Love is Losing Game", "Tears Dry on Their Own" e "Valerie".