È passato un anno dall’ultimo film horror di Ari Aster, ‘Hereditary – Le radici del male’, acclamato come il migliore film del genere uscito nel 2018 e quest’estate, il 25 luglio, il regista è tornato con ‘Midsommar – Il villaggio dei dannati’ con una nuova prova che fa già parlare di sé.
Presentato come ‘horror’ la nuova prova cinematografica del regista ha in realtà poco a che fare col genere che, anzi, risulta marginale e completamente stravolto, venendo ridefinito e, sostanzialmente, ‘crescendo’: riapre la stagione dell’ ‘horror serio’ e non più pensato come intrattenimento per gli adolescenti!
C’erano una volta degli studenti di antropologia, un villaggio della Svezia e un festival estivo
I protagonisti di ‘Midsommar’ sono degli studenti di antropologia statunitensi che, invitati da un loro coinquilino svedese, partono alla volta dell’estremo nord della Svezia, per partecipare alla ‘Festa di Mezza Estate’ (Midsommar appunto) celebrata dalla sua comunità, nella piccola e solitaria Harga.
Protagonista è una coppia in crisi, formata da Christian e da Dani, colpita da un lutto in famiglia che viene mostrato nelle prime scene del film. È Dani, interpretata da Florence Pugh, il vero personaggio centrale, portata in vacanza dal fidanzato, fin dall’inizio presentato come un inetto che non considera minimamente la depressione della ragazza, rilegandola a mera forma di ‘ricerca di attenzioni’: è così che il viaggio in Svezia sembra essere un modo per Dani di fare i conti con colui che non le permette di essere se stessa.
All’arrivo degli amici ad Harga già comincia ad esserci qualcosa di strano, essi ricevono il benvenuto con una pozione allucinogena che serve a disinibire, e questa è solo la prima di cose inquietanti che si succedono nel corso del film e che fanno capire a Dani (e allo spettatore) di essere finita in un vero e proprio incubo.
Il villaggio è sorridente e cordiale, totalmente staccato dalle realtà urbane e sociali note al gruppo di amici antropologi, pieno di tradizioni e…abitato da una setta pagana pronta a festeggiare la propria Festa d’Estate.
Un incubo alla luce del giorno dal sapore nuovo
Ari Aster conduce lo spettatore in un mondo a parte e lo fa con i suoi tempi lentissimi, facendo chiedere allo spettatore perché mai degli studenti dell’Uomo non riescano a capire che qualcosa di strano è nell’aria e quando sarà il momento in cui si renderanno conto che è ormai troppo tardi per scappare.
Ma ancora di più lo scopo del regista è ridefinire i codici del Cinema horror ribaltando il rapporto luce-tenebra: qui non è più il buio che fa paura ma la luce sempre presente, quella intensa del circolo polare artico che sparisce solo per poche ore.
Nulla è lasciato al caso, le inquadrature sono ampie ed elaborate, la costruzione e l’equilibrio sono perfetti, i personaggi trattati senza pietà e luce perenne e artefatta: la presenza del maestro Stanley Kubrick si sente e la commistione tra cinema d’autore e cinema di genere avviene con successo.
‘Midsommar’ non è il solito horror, non è il solito splatter, è un film che ridefinisce il genere, lo fa tornare a splendere dopo gli ultimi tempi bui e si prende i suoi tempi. Da giovedì 25 luglio in tutte le sale.