Sarà in scena da mercoledì 4 dicembre a venerdì 6 dicembre al Teatro Lendi di Sant'Arpino e il 7 e 8 dicembre al teatro Nuovo di Salerno "Siamo tutti… Felice”, la nuova commedia scritta, diretta e interpretato dal comico napoletano Salvatore Gisonna, con due straordinari compagni di viaggio: Ciro Esposito e Fabio Balsamo. In occasione della presentazione della piece teatrale, abbiamo intervistato l'autore.
Gisonna: 'Si può essere felici in un attimo cambiando il punto di vista'
La commedia doveva avere un altro titolo, ad ogni modo, “Siamo tutti… Felice”- Si dice spesso, ironicamente magari, “Felice di nome e di fatto!”, non avendo avuto l’occasione ancora di vederla, è una commedia sulla ricerca della felicità, su questo aspetto astratto a cui tende incessantemente l’umanità?
Effettivamente quando ho iniziato a scriverla il titolo provvisorio era "Tutta colpa di papà", poi strada facendo mi è piaciuto il gioco di parole che poteva nascere dal nome di uno dei fratelli. A dir la verità, non è una commedia sulla ricerca della felicità, ma su come si può essere felici e cambiare il punto di vista in un attimo, solo per una combinazione di eventi. Il tema centrale è la famiglia, o meglio, il rapporto contrastato tra tre fratelli completamente diversi tra loro e come la loro diversità porti a situazioni paradossali e divertenti.
Sulla scena due straordinari compagni di viaggio: Ciro Esposito e Fabio Balsamo. Come avete gestito questo gioco di squadra nella maniera ottimale?
Con Ciro e Fabio l’armonia e la complicità c’è stata subito. Ho proposto la commedia ed hanno subito accettato, senza pensarci un attimo. Diciamo che sembriamo davvero tre fratelli, con le nostre diversità, ma uniti al momento opportuno, e poi ci divertiamo da morire, soprattutto in scena.
Salvatore Gisonna, autore e attore comico è noto al grande pubblico per aver vinto numerosi premi di cabaret.
Quanto ha inciso l’esperienza artistica dell’autore, di un settore di spettacolo come il cabaret?
Beh, calcare da oltre vent’anni il palcoscenico mi ha aiutato non poco, però il teatro è qualcosa di diverso: nel cabaret il rapporto con il pubblico è molto più immediato, c’è anche interazione volendo; nel teatro, invece, il pubblico è lì a godersi lo spettacolo.
Fondamentalmente sono i tempi comici che sono diversi: nel cabaret me la canto e me la suono da solo, in teatro, invece, è più un gioco di squadra.
La trama narra di Felice che è il motore economico della famiglia: grazie all’eredità da gestire lasciatagli dal padre, e di conseguenza carnefice degli altri due fratelli: Gigi, agente immobiliare con scarse propensioni alla vendita; ed Enzo, cantante neomelodico di belle speranze, in attesa di pubblicare il suo primo lavoro musicale. Sicuramente una storia di fantasia oppure verosimile. C’è in tutto questo un riferimento a fatti realmente accaduti che ha ispirato, il racconto scenico?
No, no tutto frutto di una fantasia sfrenata.
L'autore: 'Quando il pubblico si rivede in quello che fai sento di aver vinto'
Nella commedia c’è anche la presenza in video di Gigi D’Alessio, Biagio Izzo, Peppe Iodice e Miriam Candurro. L’abbinamento tra recitazione e testimonianze visive tramite video; due forme espressive che danno effetto e caratterizzazione alla scena?
Sicuramente le guest, che ringrazio sempre per la loro partecipazione amichevole, si sono divertite a giocare con noi, sono tutti personaggi della commedia, ognuno di loro riveste un ruolo preciso, e interagiscono con noi tramite video, ma per saperlo dovete venire a teatro, non vi dico niente nemmeno sotto tortura.
Da un primo riscontro, si riesce a percepire alcune analogie; la ricerca comune, secondo la propria personalizzazione, di alcune tematiche teatrali è, senza dubbio, una nota di merito.
Alcune analogie con altre opere teatrali: è il caso di “ E… fuori nevica” di Salemme, anche lì fratelli in scena e la questione eredità oppure fratelli rivali in “Ditegli sempre di si” di Eduardo; l’elenco potrebbe esser allungato. Se ci sono fratelli vuol dire che c’è una famiglia! Perché, secondo lei, quest’ultima, ovviamente la famiglia, in senso teatrale, è un eterno teatro?
Io sono del parere, che quando il pubblico si rivede in quello che fai, hai vinto, e quale scenario meglio della famiglia, o delle dispute familiari per far ritrovare le persone in cose che accadono tutti i giorni? A volte la vita di tutti i giorni può essere molto più comica di quella che andiamo noi a rappresentare.
Hai già un’idea per una prossima commedia?
Ne ho già scritte altre tre a dire il vero e sono gelosamente custodite nel cassetto, ma non vedo l’ora di farvele vedere! Da febbraio, parallelamente a “Siamo tutti Felice” uscirò con un nuovo lavoro teatrale, “C’era una volta… anzi due” con Diego Sanchez, che ne firmerà anche la regia.
A quale categoria o corrente artistica ritiene di poter appartenere… un qualcosa di identificativo anche se l’arte, in genere, sicuramente, potrebbe non aver distinzioni nella sua globalità?
Sono un comico, e quindi è il genere nel quale sicuramente mi sento più a mio agio, ma in futuro chissà un ruolo serio mi potrebbe affascinare, sarebbe una bella sfida.
Hai dedicato a qualcuno, questo lavoro teatrale; ha inteso rendere omaggio a qualcosa in particolare?
A nessuno in particolare, ma mi piace sempre ringraziare le persone a me care, che mi incitano e mi stanno vicino sempre, mia moglie in primis, i miei genitori, i miei figli, e poi chiaramente il pubblico, perché se non ci sono loro io per chi scrivo?