La notizia della morte di Franco Battiato è arrivata nella mattinata di oggi 18 maggio, in un giorno di maggio. A confermare l’annuncio della scomparsa è stata la famiglia, che lo ha assistito fino alla fine dopo una lunga malattia.
Battiato si è spento all'età di 76 anni nella sua residenza siciliana di Milo, nel catanese.
Le ultime settimane
Battiato si era ritirato dalle scene tre anni fa. La sua musica non è riuscita "a guarirlo da tutte quelle malattie", che lui stesso cantava ne La Cura. Della sua malattia si hanno poche notizie: il che rende ancora più enigmatico un personaggio che lo è sempre stato fino alla fine dei suoi giorni.
Nelle ultime settimane il suo quadro clinico era molto peggiorato e, già da ieri sera 17 maggio, circolavano voci sul fatto che il cantautore fosse entrato in un coma profondo.
In un’intervista rilasciata nelle scorse ore, Michele Battiato, fratello di Franco, ha raccontato che il musicista siciliano aveva cominciato da giorni fa a perdere le facoltà, di fatto si è quasi asciugato lentamente. Nelle ultime ore il cantautore è stato circondato dall’affetto di tutta la sua famiglia, dei suoi collaboratori più stretti e due medici.
50 anni di carriera tra avanguardie e successi commerciali
Non è possibile definire Battiato esclusivamente come cantautore, perché era un artista poliedrico: musicista, regista, pittore e filosofo.
Nei suoi 50 anni di musica è stato un pensatore ironico e iconico, innovatore e provocatore con i suoni e le parole delle sue canzoni. Non è facilmente inquadrabile in un unico genere musicale, il che lo ha reso unico nel panorama musicale italiano. Battiato ha abbracciato quasi tutti i generi, mostrandosi con tutte le possibili sfaccettature musicali.
Ha spaziato dall'elettronica sperimentale degli esordi al pop del grande successo commerciale con "La voce del padrone" del 1981, passando per l'opera, la musica etnica, la cultura e la filosofia mediorientali, le contaminazioni filosofiche, esoteriche e misteriche.
Battiato arrivò a Milano nella metà degli anni '60 alla ricerca del successo.
Le sue prime esperienze milanesi gli consentirono di conoscere Gaber, che è stato il primo a credere in lui. Seguirono anni di sperimentazione, meditazione trascendentale, esoterismo, la cultura d’avanguardia, commistioni musicali, contatti con il panorama elettronico tedesco e il prog più psichedelico, che culmineranno con la produzione musicale di Battiato più sperimentale degli anni '70. L’uscita degli album "Fetus" e "Pollution" ha fatto scoprire all'Italia le opportunità della musica elettronica, le concezioni più avanzate del rock di quelle stagioni e le contaminazioni con i grandi autori di musica contemporanea europea. "La voce del padrone", che quest’anno compie 40 anni, ha ottenuto il primato nelle classifiche ed è stato il primo disco italiano a superare il milione di copie vendute, e tutt’oggi influenza il pop italiano.
L’ultimo periodo musicale
Franco Battiato in fin dei conti era un ricercatore di spiritualità, rigoroso e coerente. Nell’opera di Battiato si affrontano spesso temi delle filosofie orientali, come il tema della reincarnazione, vista come un eterno ritorno nel mondo materiale che può essere interrotto solo con la trascendenza verso una realtà superiore.
Battiato non manca di trattare questo tema anche nel suo ultimo album in studio “ Torneremo ancora”, pubblicato nel 2019 con la Royal Philharmonic Orchestra di Londra. L’album rappresenta quasi un testamento filosofico e spirituale di Battiato, in cui si ripercorrono tematiche a lui care, come la vita che “non finisce, finché saremo liberi torneremo ancora”.
Somiglia più a un sogno che alla realtà la sua ultima apparizione in occasione dell’uscita dell’album. In quella circostanza Battiato era apparso in un video senza audio, in cui, dopo una lunga assenza, tornava a suonare e a cantare.