La serie Netflix La casa di carta ha lanciato lo scorso 2 agosto il trailer della prima parte della sua quinta e ultima stagione, in uscita il prossimo 3 settembre con le prime 5 puntate. La seconda parte, il gran finale di cinque puntate, sarà disponibile sulla piattaforma digitale a partire dal 3 dicembre. Il video, della durata di circa cento secondi, è accompagnato dalla voce di Tokyo. In una scena è possibile vedere il personaggio del Professore incatenato.

Cosa aspettarsi dalla quinta stagione

Dopo la morte di una delle protagoniste nella quarta serie, che ha scosso gran parte degli aficionados, il trailer della quinta stagione vede protagonista la voce di Tokyo che ci dice che “Quando sei rinchiusa da cento ore, sei stata incatenata e sul punto di morire e hai perso la tua migliore amica, quelle cento ore ti sembrano davvero cento anni”.

A fare da colonna sonora al trailer c'è ancora una volta la canzone Mad World di Gary Jules, già ascoltata durante la terza stagione. La presenza di Nairobi quindi è ancora nell'aria, e potrebbe motivare i protagonisti ad agire in un modo più impulsivo. Alex Pina (produttore anche di Vis a vis - il prezzo del riscatto) ha dichiarato che questa sarà la stagione più epica ed emozionante, nella quale ha voluto mettere alle strette il Professore ma anche tutti gli altri personaggi, che dovranno lottare per la sopravvivenza.

Dal trailer sembra infatti che Alicia riesca a trovare e torturare il professore, legandolo e buttandolo giù da una struttura in acciaio. Vediamo anche Palermo consigliare affettuosamente a Denver "meglio se vai a salutarla", probabilmente riferendosi a Stoccolma, che subito dopo abbraccerà Tokyo e Lisbona.

Gandìa, dopo aver ucciso Nairobi, è ancora vivo e compare davanti a dei mezzi militari. Abbiamo inoltre un cast aggiornato: ai guerriglieri rimasti (Tokyo, Rio, Stoccolma, Helsinki, Marsiglia, Bogotà, Manila, Palermo) si uniscono quattro nuovi attori: Josè Manuel Seda, Miguel Angel Silvestre, Alberto Amarilla e Patrick Criado.

Non si sa nulla però al momento su quale sarà il ruolo da loro interpretato.

Record di ascolti

In origine La casa de papel andava in onda sull’emittente iberica Antenna 3. Scorgendone le potenzialità, il gruppo guidato da Reed Hastings ha acquistato la prima serie per portarla avanti come proprio progetto, occupandosi quindi di definire il format delle puntate a una durata di quarantacinque minuti e tagliando alcune parti per renderle più appetibili al mercato dei web user rispetto a quello del pubblico televisivo.

Il risultato è stato un successo mondiale: La casa de papel è stata infatti vincitrice di premi come miglior fiction, migliore regia e miglior sceneggiatura (2017), oltre che miglior serie drammatica (2018) e nel 2020 è stata in assoluto la serie più guardata su Netflix con un pubblico di oltre 65 milioni di spettatori registrati.

Perché La casa di carta piace così tanto

Avevamo già assistito con V per vendetta all’immedesimazione del pubblico con una maschera, in quel caso era quella di Guy Fawkes, membro della congiura delle polveri. Dall’uscita del film nel 2005 la maschera è diventata un simbolo universale di protesta ed un manifesto di ribellione, utilizzato prima da Anonymous e poi dai manifestanti di tutto il mondo.

Nel corso degli ultimi anni, la maschera di Dalì utilizzata dai protagonisti de La casa di carta sta prendendo il posto di quella di Fawkes, soprattutto per quanto riguarda le proteste che hanno al centro un sentimento di ingiustizia di tipo economico, come un aumento delle tasse. La casa de papel è entrata quindi nell’immaginario collettivo sfruttando (anche) il malcontento di una parte di pubblico.

C’è poi una forte componente internazionale (dai nomi dei protagonisti alla canzone Bella ciao che ritorna periodicamente a farsi sentire) e le solite caratteristiche di tutte le serie di successo: la forte caratterizzazione psicologica di tutti i personaggi del gruppo, l’intreccio tra le storie dei protagonisti e le loro alleanze, oltre a sempre nuovi modi di risolvere i problemi che man mano si presentano.

Anche l’algoritmo di Netflix poi ci ha messo del suo, proponendo la serie inizialmente a un numero di persone sufficiente perché se ne parlasse, per poi espandere la rete di must watch ad un pubblico sempre crescente.