I Baustelle - un gruppo musicale rock toscano, originario di Abbadia di Montepulciano - nascono alla fine degli anni '90, cavalcando l’insoddisfazione dei più giovani incerti del proprio futuro oggi come allora. Un senso di profondo malessere che si evince dall’analisi dei testi opera di David Marte nel libro “Parole di Baustelle”, un saggio (uscito a giugno 2021) che sviscera il significato profondo delle liriche dei tre album di maggiore successo: “La malavita”, “Amen” e “I Mistici dell’Occidente”.

L'analisi approfondita su 'I Baustelle'

A corredo di quest’analisi approfondita vi è anche un’accurata selezione delle maggiori interviste rilasciate dal gruppo e principalmente da Francesco Bianconi, il paroliere del gruppo.

Il quale fra le altre cose spiega: "Viviamo in un mondo in cui sembra che tutti stiamo bene, c’è un benessere generalizzato eppure siamo tutti infelici, anche se non ce ne accorgiamo. Non era stato programmato di fare un disco sul 'declino della civiltà occidentale'. Però viviamo in un tempo in cui c’è il senso della fine di un sistema di valori, siamo tristi e infelici e mi è venuto naturale scrivere testi simili".

Aggiungendo: "L’organizzazione totale delle nostre esistenze senza regole non funziona. Economicamente sì, però ci rende infelici. Il liberismo ha fallito come il socialismo reale".

Temi impegnati e profondi, che sin dagli esordi sono valsi al gruppo il favore della critica con l’aggiudicarsi del premio della Critica Musica& Dischi” come "Migliore opera prima" e in seguito dal “premio Tenco” nel 2008.

In Gainsbourg l’elenco dei suicidi conduce all’esperienza individuale del cantautore, con una riflessione che prefigura una sua, non dissimile, sfortunata fine: "Quant à moi / Ça ne va plus très bien" («Quanto a me / Non me la passo molto bene»).

Una sostanza metodologica che riporta a Baudelaire

Nei Baustelle, invece, sullo schema derivato dal cantautore si innesta una sostanza metodologica che riporta a Baudelaire, estendendo il senso della canzone da una prospettiva personale a una dimensione estetica ed esistenziale universale: attraverso la bellezza della loro opera i grandi "fari" illuminano la miseria degli uomini, diventando modelli per tutti.

Una combinazione di Gainsbourg via Baudelaire.

Uno stile cantautoriale che riecheggia i grandi musicisti della storia della musica italiana, arricchendola con un linguaggio metropolitano e veloce che strizza l’occhio alle nuove generazioni. Tante le citazioni ai grandi miti della storia artistica e letteraria mondiale: dai Beatles, a De Andre e Battiato sino a Pasolini, con cui i Baustelle condividono lo sguardo disincantato sulla società odierna, schiava di un consumismo a-valoriale.