È un saggio filosofico politico quello di Maurizio Agostini, auto pubblicato il 10 ottobre 2021 intitolato “L’assassinio della Storia. Il tramonto del pensiero giudaico-cristiano”.
L'autore narra di una profezia apocalittica che dice. "È la Fine del Mondo, almeno del mondo come noi lo abbiamo conosciuto. Sta accadendo qualcosa di molto più grave di una semplice fine della democrazia e l’instaurarsi di una dittatura della sorveglianza in Occidente, magari per risolvere i problemi finanziari dei miliardari".
La storia maestra di vita non in questo saggio
Egli arriva a Nietzsche dopo aver compiuto una digressione sulla nascita del concetto di Storia, avvenuta grazie agli ebrei e alla scrittura della Bibbia - "Per la prima volta il popolo di Jahvè pensò al Tempo come composto da un Passato, difficile e tormentoso a causa del peccato dei progenitori, da un Presente, di sofferenza ma di redenzione, e da un Futuro, luminoso perché, alla Fine dei Giorni, gli ebrei torneranno dalla diaspora, arriverà il Messia che ricostruirà il Tempio di Gerusalemme e il Tempo finirà". La storia purtroppo è definita non come maestra di vita ma come morte stessa di tutto il patrimonio dell'umanità e relativa connessione con la religione.
L'avvento del Cristianesimo
Con la nascita del Cristianesimo, e cioè con la commistione del pensiero ebraico con quello greco-romano, il concetto di Storia cominciò a darsi per acquisito: questa concezione teologica è stata poi trasferita nel mondo materiale grazie agli Illuministi, in cui l’obiettivo finale non era più metafisico ma diventava del tutto mondano, così come è accaduto con pensatori quali Hegel e Marx - "Anche qui c’era un Passato di sfruttamento, un Presente di lotta, un Futuro di giustizia sociale.
Il fine era la realizzazione ugualitaria qui sulla Terra". Agostini afferma quindi che nel nostro concepire il mondo e la Storia tutto è rimasto giudaico-cristiano, nonostante le apparenti rivoluzioni; ciò è cambiato drasticamente con Friedrich Nietzsche, che ha gridato la morte di Dio prima di altri, e in qualche modo, quindi, anche della Storia così come la concepiamo.
Per l’autore, il terrore del filosofo non era tanto per la morte di Dio ma per la conseguente e inevitabile morte dell’uomo - "È questo il dramma che Nietzsche fece disperatamente finta di non vedere: se Dio è morto anche l’Uomo è morto."
Ed è così che per Agostini ci troviamo di fronte a una svolta della storia e a una radicale metamorfosi dell’essere umano in quello che egli chiama l’ 'Ultimo Uomo': "Dopo la fine della Storia è altrettanto probabile che vi sia un Sottouomo, o un cyborg, un guazzabuglio uomo-macchina […] Oggi questa mostruosità ha anche un nome: transumanesimo."