Sky Cinema Uno e Now hanno trasmesso “Eiffel”, un film diretto da Martin Bourboulon e scritto da Caroline Bongrand, che racconta la costruzione della Torre omonima a Parigi ipotizzando che, alla base di questa impresa epica, ci sia un’appassionante storia d’amore. Uscito nei cinema francesi nel 2021, il film, creato su un progetto formulato alla fine degli anni Novanta a cui si era interessato anche Luc Besson, e che doveva essere interpretato da Gerard Depardieu e Isabelle Adjani, ha avuto Oltralpe un enorme successo.
Eiffel: la genesi dell’opera
Per l’Esposizione universale del 1889, centenario della Rivoluzione francese, il Governo di Parigi era in cerca di un ingegnere che costruisse un’opera in grado di rimanere nella storia, una torre di ferro di dimensioni colossali. Propose la realizzazione del monumento a Gustave Eiffel (interpretato nel film da Romain Duris), reduce da un grande successo per la partecipazione alla costruzione della Statua della Libertà negli Stati Uniti insieme a Eugène Viollet-le-Duc, ma l’ingegnere non sembrava particolarmente convinto e trovava più interessante partecipare alla costruzione della rete metropolitana. Si ricredette di lì a poco, decidendosi a intraprendere la costruzione di un monumento ardito, una torre di ferro della spettacolare altezza di trecento metri.
Perché cambiò idea all’improvviso?
'Eiffel': l’ipotesi della storia d’amore alla base della costruzione della Torre
Il film, basato su una ricostruzione storica dei documenti dell’epoca e alcune aggiunte di fantasia, ipotizza che alla base del ripensamento di Eiffel ci sia stato l’incontro con una donna affascinante, amata in passato e tornata a far parte della sua vita: Adrianne Bourgès (Emma Macke, nota per il ruolo di Maeve nella serie “Sex Education”).
Sarebbe stata proprio Adrianne, con cui Gustave era stato fidanzato in gioventù, ma che non aveva potuto sposare a causa del differente status sociale di appartenenza, a spingere Eiffel alla realizzazione di un progetto che avrebbe consegnato il suo nome alla storia.
Sorprende, e appassiona, scoprire che dietro un monumento dall’apparenza così razionale, un complesso incastro di rivetti (che Eiffel sostituì ai bulloni per rendere la costruzione più resistente), possa esserci una tormentata storia d’amore, ma l’ipotesi proposta dal film è convincente, sia perché il cambiamento di idea da parte di Eiffel fu davvero inaspettato, sia perché, dopo le iniziali reticenze, l’ingegnere si convinse della bontà del progetto al punto da essere disposto a ipotecare tutti i propri beni pur di portarlo alla realizzazione finale.
'Eiffel': il genio del costruttore di un’opera colossale
Il film mette in risalto le capacità organizzative di Eiffel, che dovette affrontare numerosi ostacoli per la realizzazione di una struttura di simili proporzioni. Importanti pensatori dell’epoca come Guy de Maupassant e Alexandre Dumas definirono la torre un “monumento inutile e mostruoso”, ma Eiffel, oltre ad applicare il proprio ingegno nella realizzazione dell’opera, ebbe anche la lungimiranza di insistere affinché la torre venisse eretta al centro della città, e non in periferia come doveva essere in origine, in modo che potesse essere vista da ogni cittadino e fosse accessibile a tutti senza distinzione di classe.
Tale dedizione al proprio lavoro è stata premiata, perché la torre Eiffel, che doveva in teoria essere demolita dopo venticinque anni dalla costruzione, è invece diventata un simbolo di Parigi e rende tuttora unico il panorama della città.