Il padre che si è tolto la vita, l'amore per la Musica, i grandi dubbi che lo accompagnano: l'intervista rilasciata da Morgan ad Alzo Cazzullo, uscita sul Corriere della Sera, è un libro aperto e intimo sul passato del cantautore milanese. Un'intervista a metà tra il dolore del ricordo del suicidio del padre e l'emozione di un dono senza tempo: la musica. Un'intervista che parla di luci e ombre, con un tono a volte scanzonato e a volte tragico tra l'amore e la morte, e che mostra quegli opposti a cui Morgan ha abituato il suo pubblico e che sembrano costellare la sua vita e la sua carriera come un marchio di fabbrica.

Morgan descrive suo padre: 'Non rideva mai'

Cavaliere, falegname, serio, buio, ma anche intelligente, sensibile e raffinato. Sono questi gli aggettivi che il cantautore milanese utilizza per ricordare suo padre. Anche questa volta, aggettivi talvolta opposti per delineare un quadro verso cui Morgan guarda con la nostalgia di un figlio rimasto fortemente colpito dalla figura paterna, dai suoi comportamenti e dai suoi gesti, compreso quello fatale.

"Era un cavaliere, di quelli che aprono la porta alle signore - racconta Morgan sulle pagine del quotidiano meneghino, sottolineando la grande sensibilità e raffinatezza del padre nel rapportarsi sentimentalmente con le donne e nell'approcciarsi alla vita - Era un uomo intelligente, colto".

Un uomo sicuramente capace di trasmettergli l'amore per la musica sin da piccolo, da quando Marco Castoldi, questo il nome all'anagrafe di Morgan, smetteva di piangere ogni volta che lo si avvicinasse ad una fonte musicale. Di contro, quando Morgan racconta di suo padre, falegname nella vita reale, a proposito della sua presenza in famiglia, confida: "Non lo vedevo ridere mai".

Ma, al tempo stesso, è da lui che Morgan ha imparato ad annodarsi il papillon. Si, perché il cantautore milanese ricorda il papà come un uomo lievemente vanitoso e molto attento all'accessorio maschile per eccellenza, la cravatta, da arrivare al punto di possederne tante, le stesse che il cantautore, oggi, custodisce gelosamente nella sua valigia dei ricordi.

Morgan: 'Tengo alla musica più di me stesso'

Poi, quando il cantautore aveva 15 anni, nel pieno dell'adolescenza, mentre insieme alla sorella Roberta si recava a scuola in bicicletta, avvenne l'imponderabile, qualcosa di inatteso. Morgan lo racconta così: "Papà si avvicinò alla finestra e ci fece ciao con la mano. Non era sua abitudine, e la cosa mi colpì”. Un ultimo gesto di saluto prima della tragedia.

Marco Castoldi attribuisce la causa di questo gesto estremo all'indebitamento contratto dal padre verso creditori esterni e dovuto al non sapere gestire completamente gli affari a proprio beneficio. Un gesto molto forte che ha segnato in profondità l'ex cantante dei Bluvertigo e oggi papà di Maria Eco che, a questo proposito, parla di suo padre come di un uomo incapace di furbizia, non-calcolatore, che non riuscì ad aprirsi con la famiglia tanto da rivelare la sua difficoltà.

Come un uomo che diede a Morgan il regalo più importante: la musica. Tanto da far rivelare a Morgan, molti anni dopo quel gesto estremo, la frase che descrive da sola tutta la carriera del cantautore tra le 7 note: "Tengo alla musica più che a me stesso".