Il cibo tradizionale nelle pellicole coreane è visto come soggetto attivo con una funzione comunicativa, una propria storia biografica e nel suo ruolo evocativo nella duplice funzione di oggetto e soggetto. Possono essere considerate merci-visuali sia la tavola sullo schermo che in qualche modo parla agli spettatori attraverso il cibo e i piatti che la compongono, che il cibo, la pietanza in sé perché in possesso di una storia, di una vita sociale, di una biografia intrisa di contenuti carichi di significati.
Il cibo coreano è spesso protagonista nei materiali multimediali anche perché sfrutta un linguaggio specifico di comunicazione; i suoi messaggi e significati dipendono dalla cultura e dai cambiamenti sociali che si verificano nel tempo, ma le pellicole riflettono solo una certa versione di realtà filtrandola ed addirittura amplificandola
Se si va ad analizzare il contesto coreano seguendo un approccio cronologicamente databile, si può osservare che da un lato, sia il cibo che le sue rappresentazioni, sono visti come oggetti in quanto beni materiali.
D'altra parte, invece, possono essere considerati come soggetti che hanno propria vita e potenza comunicativa. Il cibo è un veicolo per trasmettere una ricchezza di informazioni per quanto riguarda le gerarchie sociali, nonché culturali, storiche e i cambiamenti economici avvenuti nel tempo.
Ciò ha anche portato a un esame approfondito dei cambiamenti semantici in termini di comunicazione tra cibo e spettatori. Tutto questo è culminato nell'analisi della funzione che l'alimento e le sue rappresentazioni hanno all'interno delle produzioni multimediali e dei significati che la società coreana gli attribuisce.
Il Toenjang, il popolare cibo fermentato coreano
Una delle parole chiave per comprendere la cucina coreana, il cibo tradizionale coreano, è fermentazione, ovvero quel processo metabolico che aiuta il cibo a maturare in modo che possa essere conservato per un periodo più lungo.
I cibi coreani, che meglio rappresentano la tradizione della fermentazione sviluppata in Corea includono prima di tutto la Toenjang, che non è altro che una pasta di fagioli di soia fermentati che è considerata una delle salse essenziali della cucina coreana poiché contiene una notevole quantità di vitamine come: vitamina C, vitamina B 12, minerali, fitoestrogeni.
In Corea vengono utilizzate di base per qualsiasi piatto 3/4 salse e una di queste è proprio la Toenjang. La densa pasta ha un odore forte, particolare, che nei materiali multimediali viene trasformato in aroma attraverso un processo di trasmutazione di tipo polisemantico che rievoca e sottolinea i valori culturali che hanno permesso la creazione di un emblema dell’identità culinaria nazionale.
La trama: Toenjang (Seo-goon, 2010)
“The Recipe” aka Toenjang, film che rientra in più generi diretto da Lee Seo-Goon (Anna Lee) e co-scritto da Lee Seo-Goon e Bae Se-young, ha fatto la sua comparsa in alcuni festival cinematografici come il New York Asian Film Festival nel 2011 e il 44 º Festival Internazionale del Cinema di Rotterdam nel 2015.
Un efferato serial killer nel braccio della morte come ultimo desiderio vuole assaggiare il "doenjang jjigae" (uno stufato di pasta di fagioli speziato coreano) .
La notizia arriva all’orecchio del produttore televisivo Choi Yu-Jin (Ryoo Seung-Ryong) che decide di capirne di più ed indagare. Si mette così sulle tracce della misteriosa donna tesoriera della ricetta, la quale si scopre non essere la proprietaria della locanda dove il killer aveva assaporato il suo ultimo boccone prima di essere arrestato, bensì una giovane donna.
Choi Yu-Jin si imbatte finalmente in Jang Hye-Jin (Lee Yo-Won), la donna che è stata capace di cucinare un doenjang jjigae così buono da portare lacrime di gioia a chiunque avesse assaggiato la sua ricetta. Man mano che la sua ricerca procede, apprende a poco a poco la misteriosa ricetta, ma apprende anche la vita, l'amore e la tragedia della donna che l'ha colpita!
Il Chong: l’ingrediente segreto di ogni piatto coreano
La storia in Toenjang fermenta gradualmente proprio come farebbe il Toenjang, durante questo processo i molti elementi della storia si sposano e creano una deliziosa festa per l'anima. Sembra un viaggio dei sensi magico, mistico e gastronomico.
Il film è pervaso di simboli e concetti di movimenti come well- being, scint’o puri, Slow Food.
È un elogio della lenta e graduale preparazione del Toenjang. Il procedimento di questa salsa è arricchito da un ulteriore contributo della cultura tradizionale, ovvero il Chong.
Il Chong è il sentimento d'affetto per una persona che nella pellicola diventa una componente essenziale della riuscita della salsa grazie all'amore trasmesso in quest'ultima dalla donna che lo prepara.
La sinossi di Toenjang
Il Toenjang nel film si pone come frutto dell'equilibrio di ogni singolo elemento della natura. La trama, i personaggi e le scene sono impregnate dall'odore del Toenjang poiché il film ha lo scopo di nobilitarlo facendo leva sulla consapevolezza diffusa fra i coreani riguardo i suoi effetti benefici sul corpo e presentandolo come fonte di tutti i sapori della cucina nazionale.
Le azioni di masticare, ingoiare, deglutire sono atti linguistici performativi che agiscono sul corpo e sui sensi influenzando nel processo digestivo in cui si arricchiscono delle percezioni sensoriali legate alle relazioni tra cibo salute e benessere.
Sono molte le metafore e le parole a cui si può ricorrere per descrivere la partecipazione dei sensi ma solo l'olfatto domina sugli altri. La pasta preparata dalla protagonista si carica di significati complessi quali l'amore, l'abbandono, la sofferenza i ricordi le speranze, ovvero tutte le emozioni vissute dalla donna in attesa del ritorno dell'amato.
La sinossi è l'espediente utilizzato per far parlare, comunicare e creare la trama di un film su l'odore ovvero su una percezione sensoriale, inevitabilmente assente nelle pellicole cinematografiche.
Infatti, un condannato a morte prima di essere impiccato chiede come ultimo pasto la zuppa di Toenjang. Questo episodio ispira uno studente che racconta una storia straordinaria a un registra inducendolo a farne la trama di un film.
Il primo incontro sul piano olfattivo si osserva con la cattura di un uomo che in una nevosa sera invernale vede dalla finestra di un'osteria sperduta una zuppa di Toenjang che sta bollendo, attratto dall'odore si siede e comincia a mangiare senza interrompersi anche dopo l'irruzione della polizia che alla fine lo arresta. Il filo conduttore del film, quindi diventa la zuppa di Toenjang che è il peccato di gola del condannato a morte. La cuoca è una ragazza ospite dell'osteria in grado di catturare le persone che la incontrano con il profumo che emana.
C’è una scena che ritrae la morte della ragazza e del suo accompagnatore in un incidente automobilistico poi ricostruito avanti e indietro nel tempo mentre il film ricompone l'identità dell'uomo avendo come filo di Arianna il flusso del profumo di Toenjang.
La prima cosa di cui raccontano i testimoni è il profumo emanato dalla ragazza, quasi impossibile da descrivere nelle sue mille sfumature. Un altro testimone afferma che tanto intenso era il profumo che il suo corpo emanava, che innumerevoli farfalle si erano alzate in volo. Le farfalle rappresentano la storia d'amore tra la ragazza e il suo amato, esse infatti si aggiravano attorno al corpo della ragazza perché attratte dall'essenza alcolica che lo pervadeva.
Ma questo perché? Perché l'amato produceva un liquore fatto da petali di un certo albero in primavera, infatti nel film vi è una scena in cui il giovane prepara alla ragazza un liquido alcolico con questi fiori per alleviare il suo dolore perché aveva le mani screpolate. Da quel momento quel liquido si impregna nelle mani della ragazza che modifica il sapore del Toenjang. Scoperto per caso il mutamento, la ragazza decide di aggiungere un po’ di quel liquido dalla pasta in modo da rafforzarne il gusto. Questo film utilizza come chiave il profumo, l’aroma che è l’elemento che arricchisce e identifica la trama. C’è proprio questa trasmutazione da odore ad aroma che lo nobilita.