Al Biografilm di Bologna (festival cinematografico diretto da Massimo Bevengnù e Chiara Liberti) l'anteprima di Turn in the Wound, documentario diretto da Abel Ferrara, prodotto da Maurizio Antonini. Il film esplora l'impatto della guerra sulla vita delle persone, cercando un significato nella sofferenza. La narrazione del film è arricchita dalla voce di Patti Smith, che canta e recita opere di Artaud, Daumal e Rimbaud. La sua interpretazione si intreccia con le testimonianze dei soldati e delle persone che vivono nelle zone di conflitto in Ucraina.

Blasting News ha colto l'occasione di fare qualche domanda al regista Abel Ferrara quali sensazioni ha provato girando il film e sul motivo della scelta della cantante Patti Smith come protagonista.

Le sensazioni provate da Abel Ferrara in Turn in the Wound

"Sicuramente quest'esperienza di girare il film in Ucraina ci ha scatenato tante emozioni e alcune lì per lì, perché ci aspettavamo di trovarci in situazioni difficili e trovare delle persone in difficoltà, ma quello che ci ha fatto molto effetto è di trovare persone estremamente dure come se fossero ormai abituate", ha esordito Abel Ferrara.

"La stessa cosa è valsa per noi perché ci aspettavamo di vedere le case e le città distrutte e dopo un po' ci siamo un po' abituati, però è stato sicuramente pesante", ha inoltre spiegato Ferrara.

"Inoltre, abbiamo avuto delle emozioni in più e diverse nel momento del montaggio e in cui abbiamo guardato le scene girate, perché mi sono accorto ad esempio che alcune cose non le avevo percepite lì per lì sul momento, ma le ho rielaborate a casa", ha aggiunto Ferrara.

Il motivo di Abel Ferrara sulla scelta di Patti Smith nel suo film

"In realtà, è proprio nella natura dei film che faccio e non lo avevo pensato prima. Realizzo dei lungometraggi e c'è tanto da pensare, da mettere insieme ed è venuto in questa maniera", ha affermato Abel Ferrara.

"Ci sono tante cose da fare nei lungometraggi, tra cui i finanziamenti, lo script e tutta l'organizzazione e in un documentario a tutto questo, in realtà, non ci penso", ha poi continuato il regista.

"Avevo incontrato Patti e insieme abbiamo pensato di fare qualcosa, ma non sapevamo ancora quale progetto. Poi ho deciso di andare in Ucraina e alcune delle persone, tra cui lo stesso Zelenski, hanno chiesto di parlare per essere ascoltati", ha inoltre aggiunto il regista.

"Anche con Patti è stato facile e ho cercato di non nuotare controcorrente ma di fare le cose in maniera più semplice. Insomma, con lei è stato tutto fluido ed è nato tutto per caso", ha infine raccontato Ferrara.

La carriera in breve di Abel Ferrara

Abel Ferrara, nato e cresciuto nel Bronx, New York, si è appassionato al Cinema da adolescente, insieme al suo amico e sceneggiatore fidato Nicholas St. John. Dopo i primi cortometraggi, ha realizzato il suo primo film, The Driller Killer (1979), seguito da L'angelo della vendetta (1981).

Negli anni '80, ha lavorato anche in televisione, dirigendo episodi di Miami Vice e il film TV Il gladiatore. È ritornato al cinema con film come China Girl (1987) e King of New York (1990), ottenendo riconoscimenti con Il cattivo tenente (1992). Negli anni '90, ha realizzato la Trilogia del Peccato e ha continuato a esplorare temi di redenzione e colpa. Successivamente, ha affrontato diversi generi, dalla fantascienza con Ultracorpi - L'invasione continua (1993) alla commedia nera Go Go Tales (2007). Negli ultimi anni, si è concentrato su progetti documentaristici e docufiction come Napoli Napoli Napoli e 4:44 Last Day on Earth.