Ormai tutti sappiamo quali sono le precauzioni per difendersi dai danni dei raggi solari. Ora più che mai, le radiazioni solari possono provocare, se non opportunamente schermate, gravi problemi alla nostra pelle e per questo, oltre a non esagerare con l'esposizione al sole soprattutto nelle ore in cui i raggi sono diretti, dobbiamo aiutarci con le protezioni e gli schermi fisici.

Non bisogna prendere la tintarella nelle ore centrali della giornata, soprattutto dalle 11 alle 15:30, perché in questo lasso di tempo i raggi solari penetrano in maggior misura.

Se non si può fare a meno di abbronzarsi in questa fascia oraria, allora occorre tener conto della sensibilità al sole della propria pelle, che viene solitamente classificata in fototipi. Il fototipo 1 appartiene alla pelle lattea o color alabastro, che non si abbronza e corre il rischio più alto di melanoma; il fototipo 2 è quello della pelle chiara, con efelidi, tipica dei nordeuropei, che si scotta al sole abbronzandosi leggermente; il fototipo 3 è proprio della pelle olivastra della "razza mediterranea", che solitamente si abbronza, ma può anche scottarsi; infine c'è il fototipo 4, che presenta una pelle marrone o nera, che non si scotta e si abbronza sempre e velocemente.

Quando usare la protezione e quale usare

La protezione andrebbe utilizzata sempre, anche se il cielo è coperto o se si sta all'ombra. È essenziale applicarla in anticipo rispetto all'esposizione per farla assorbire meglio, e poi ripetere l'applicazione dopo aver sudato o dopo il bagno. La crema protettiva è un ottimo strumento di difesa, e in commercio ve ne sono così tante che non è facile scegliere quella affine alla propria pelle.

Alcune delle creme più famose sono state esaminate da alcune testate italiane come "Il Salvagente", inglesi come il mensile "Which?" e da un' associazione spagnola, la Ocu. In particolare, sono stati studiati 14 prodotti di Avène, Garnier, Biotherm, Nivea, La Roche Posay, Vichy e Piz Buin con una protezione alta, Spf 30. Gli esaminatori hanno prima di tutto verificato se il Spf corrispondesse a quello indicato.

Il fattore di protezione è riferito, in maggior misura, alla protezione contro i raggi UVB (che determinano l'abbronzatura), ma anche alle scottature, all'eritema solare e alle reazioni allergiche. Una protezione bassa è indicata da un Spf da 6 a 14,9; la media ha un Spf da 15 a 29,9; mentre quella alta va da 30 a 49,9, e quella molto alta da 50 in su.

I raggi UVA

Una buona protezione però, richiede anche la capacità di saper filtrare o convertire i più pericolosi raggi UVA, il 95% delle radiazioni ultraviolette emesse dal sole. Gli UVA riescono ad attraversare le nuvole, superfici come il vetro e anche la nostra epidermide: sono indolori e penetrano molto in profondità, fino al derma, dove causano la produzione dei radicali liberi e, a lungo andare, rischiano di alterare le cellule provocando tumori.

Una crema Spf 30, per essere giudicata buona, deve avere anche un fattore di protezione UVA pari a 10. Pare che tutte le creme solari testate abbiano queste caratteristiche per cui, se non contengono siliconi né sostanze allergizzanti, hanno il semaforo verde.