Una lettera scritta prima che tutto finisse. Poche righe che sono finite all'asta, ricordando ciò che un passeggero del titanic aveva scritto alla madre il 13 aprile 1912, prima che il transatlantico si scontrasse con un iceberg. La lettera è stata ritrovata integra e conservata per oltre un secolo. Qualche giorno fa è stata venduta per 126.000 sterline ancora intatta e leggibile, perché è riuscita a sfuggire all'affondamento della nave nell'Oceano Atlantico. Chi si è aggiudicato il cimelio all’asta ha preferito restare anonimo. Ha gestito la vendita la casa d'aste Henry Aldridge & Son,che ha contattato una serie di collezionisti che potevano essere interessati alla lettera, fissando una base d'asta tra le 60.000 e le 80.000 sterline.
In una sfida a colpi di rialzo, la lettera è stata venduta quasi al doppio, arrivando al prezzo finale di 126.000 sterline.
Il racconto del passeggero
A scrivere il contenuto della lettera fu un ricco commerciante americano, Alexander Oscar Holverson, lasciando una prova di come si stesse sulla nave e di come i passeggeri stessero affrontano il viaggio per arrivare a New York. Holverson faceva parte dei 1500 passeggeri del Titanic e aveva un cabina in prima classe: se lo poteva permettere permettere, grazie ai suoi fiorenti affari.
Nella sua lettera alla madre parla in maniera entusiasta dei lussuosi interni della nave che lo hanno probabilmente lasciato a bocca aperta, tanto da inserire in una missiva le sue sensazioni in merito.
Viaggiare sul Titanic era qualcosa di straordinario per tutti quelli che si trovavano a bordo del transatlantico più grande al mondo, con i suoi 300 metri di lunghezza e i suoi 30 di larghezza che lo facevano sembrare come una città galleggiante. Holverson nella missiva parla di John Jacob Astor, il più grande magnate di quel tempo, che aveva avuto il piacere di incontrare sul ponte della nave, dove l'uomo più ricco dell'epoca era in compagnia della moglie.
Nella lettera Holverson verga un ritratto dell'uomo che per lui probabilmente era un mito: "Sembra come ogni altro essere umano anche essendo con i milioni di soldi che ha", scrive con venale quanto sgrammaticata ingenuità. Holverson non avrebbe mai immaginato che, dopo aver scritto quelle righe, la traversata si sarebbe trasformata ben presto in una tragedia culminata con l'affondamento del Titanic, partito da Southampton e mai arrivato a destinazione.