Un recente studio degli psicologi dell'università Bicocca di milano dimostra come l'abilità nel fare i calcoli aritmetici aumenti grazie ad un sottofondo che abbia ritmo come quello musicale o quello creato dal tamburellare della pioggia. Non solo silenzio, dunque, per chi deve affrontare calcoli matematici, ma la sinfonia della pioggia o una di Beethoven. Lo studio è stato battezzato " Quando ascoltare la pioggia affina le capacità aritmetiche" ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica "PLOS ONE".

A capo del team di psicologi c'è la neuroscienziata Alice Proverbio, che ha studiato la risposta cerebrale durante l'ascolto di musica di vario genere o di suoni naturali, come pioggia o onde marine, di un campione di studenti universitari.

Circa 50 studenti di discipline scientifiche e umanistiche, di cui 25 di sesso femminile e 25 di sesso maschile, 25 socievoli e 25 introversi,e con differenti tipologie di concentrazione, si sono prestati ad eseguire calcoli matematici a mente.

L'esperimento

Lo studio prevedeva la risoluzione di 180 calcoli matematici mediante le 4 operazioni fondamentali, più o meno difficoltose e gli studenti erano dotati di una cuffia per l'abolizione del rumore o per trasmettere i suoni prescritti dall'esperimento. Si è notato che il silenzio non aiuta a risolvere i calcoli più difficili, perchè i tempi di risposta sono stati maggiori rispetto a quelli forniti da studenti le cui cuffie trasmettevano il rumore della pioggia o della musica di sottofondo.

La stimolazione uditiva non è strettamente legata al tipo di musica, ovvero alle note trasmesse, ma all'aumento dell'attività cerebrale conseguente alla stimolazione uditiva. Gli studiosi hanno anche riscontrato una differente risposta tra introversi ed estroversi: i primi sono risultati più lesti nel risolvere i calcoli e gli estroversi acuivano le loro capacità per i calcoli difficili con il sottofondo sonoro.

La pioggia aiuta a contare

Si è registrato un notevole aumento della velocità di risposta nel calcolo se nelle cuffie si trasmetteva lo scroscio della pioggia, così come con la musica gioiosa, anche se di poco inferiore, mentre il silenzio ha determinato risposte più lente. Gli introversi ne beneficiano meno perchè hanno maggiori capacità di concentrazione e più reattività sensoriale per cui gli stimoli sonori non fanno molta differenza.

La spiegazione del fenomeno risiede nel fatto che il nostro elettroencefalogramma ha dei ritmi di oscillazione che sono sincronizzabili con le frequenze degli stimoli uditivi in un processo chiamato "neuronal entrainment to the beat"; essi accelerano se lo stimolo ha un ritmo rapido e diminuiscono se esso è rallentato, come nella musica rilassante o meditativa.