La Noria, regione di atacama, Cile, anno 2003: Oscar Munoz è un ferrivecchi, parola che sta ad indicare chi gira e cerca oggetti vecchi da rivendere e/o riutilizzare, nella speranza magari di trovare una volta tanto un "qualcosa" che sia davvero prezioso e faccia la differenza. Il ferrivecchi o robivecchi vive di ricerca, magari munito di metal detector: Oscar gira in tutte le cantine e si spinge persino nelle case abbandonate, si accontenta di bottoni, pezzi di metallo, oggetti deformati e rotti, che poi magari riesce ad aggiustare per il prossimo mercatino.

Arriva addirittura nella città vicina a circa 50 km da dove lui abita, La Noria, una città mineraria dell'epoca dei nitrati, oggi abbandonata e qui, tra i fantasmi, cerca e rovista. Così raggiunge anche le rovine della vecchia chiesa della città, prepara la pala, e da una parte mette il setaccio. Il suo metodo è quello di scavare anche nel terreno e frugare tra la terra per vedere se salta fuori qualcosa. A un certo punto ecco la scoperta: dopo le prime palate verso il setaccio, rotola da una parte un involto, qualcosa fatto su in uno straccio chiaro e legato con un fiocco viola. Oscar subito si ferma, si china, raccoglie la "cosa" pieno di domande, curiosità e speranze, apre ed ecco: uno scheletro lungo come la sua mano, ma con un aspetto stranissimo, una testa molto allungata...

un alieno? Proprio come quelli disegnati nei fumetti o dei film che ha visto.

Forse può ricavarci qualcosa e subito lo vende ad un barista del suo paese, Ricardo Clotet, che a sua volta lo rivende (e siamo a qualche centinaio di dollari) ad un ufologo spagnolo, Navia-Osorio, che si presenta in zona alla ricerca della "cosa".

Il viaggio di Ata

Comincia così il viaggio della piccola mummia soprannominata "Alien Mummy"(Mummia Aliena) e poi più semplicemente "Ata", in onore del deserto di Atacama dove è stata ritrovata e che l'ha protetta dalla decomposizione. Team interi di dottori, biologi, zoologi, esami di tutti i generi, da quelli radiologici alle Tac, sondano Ata alla ricerca dei misteri che nasconde e che fanno già pensare a mondi lontani e ad invasioni della nostra preistoria.

Passano gli anni e si arriva al 2013 quando Steven Greer gira il documentario "Sirius" e alla fine si afferma che si tratta di un feto umano, di epoca non precisata.

Le analisi continuano

Le cose però non si fermano al 2013, in quanto l'esserino continua ad essere studiato ed ora tocca alle più recenti ricerche genomiche che messe in cantiere, tentano di risolvere definitivamente il mistero che dura ormai da 15 anni. Proprio in questi ultimi giorni, precisamente il 22 Marzo, esce lo studio sulla rivista Genome Research che riassume e completa tutto quanto detto finora.

Il piccolo scheletro è alto 6 pollici (come si vede dalle foto poco più di una mano, circa 15 cm), ma le ossa sono compatibili con lo sviluppo di un bambino di 6/8 anni.

Il cranio molto stretto e allungato è certo la parte più impressionante e misteriosa insieme al fatto che le costole sono 10 paia e non 12. Da qui nascono le domande sulla sua natura: è del tutto umano? Oppure ci sono tratti animali o alieni? Ora, la ricerca risponde così: grazie ad un campione prelevato dal midollo osseo delle costole, si è potuto ricostruire la sequenza intera del genoma.

Ata è indubbiamente e sicuramente umana: si tratta di una femmina e precisamente di un feto di ascendenza cilena, probabilmente sulle 15 settimane, e il fatto che all'inizio sembrava che le ossa fossero coerenti con un bambino di 6/8 anni è stato chiarito con la presenza di una malattia ossea molto rara che fa apparire le ossa più vecchie di quanto non siano.

La perfetta conservazione naturalmente è da attribuire al clima particolarmente secco del deserto di Atacama, che, insieme al deserto di Nazca, già altre volte ha restituito corpi intatti e molto interessanti.

Ad una prima analisi l'8% del DNA non corrispondeva a quello umano, ma ulteriori test hanno appurato che questo dipendeva da un campione degenerato, mentre successivamente si è arrivati ad una corrispondenza del 98%. Ma ci sono altre anomalie?

Tutto sta nei geni, basta leggere

I problemi da chiarire sono particolarmente tre: perchè lo scheletro è così piccolo, perchè il teschio è così allungato, perchè le costole sono 10 paia e non 12. Le analisi portano alla luce mutazioni all'interno di 7 geni, mutazioni che hanno creato le deformità ossee come quella particolare forma esasperata di scoliosi e displasia scheletrica nota come nanismo.

La cosa che però ha stupito al massimo gli scienziati impiegati a vario titolo nella ricerca è la presenza di tante mutazioni all'interno dello stesso paziente. La sfida adesso è scoprire cosa possa spiegare questa concentrazione di mutazioni e non si esclude che possa aver avuto qualche influenza l'ambiente ricco di minerali particolari. Forse proprio la presenza di queste mutazioni ne ha causato la morte prematura. E' interessante comunque che non ci siano risultati definitivi in merito all'età: si sa solo che ha meno di 500 anni e che, forse risale agli anni '60.