E' stato ribattezzato subito l'alieno di Atacama, lo scheletro rinvenuto in Cile e lungo appena 15 centimetri. Ed in effetti se pensiamo all'iconografia dell'extraterrestre, dell'alieno che ha permeato il nostro immaginario collettivo grazie anche alla cinematografia, basti come riferimento il celebre film di Spielberg E.T., possiamo dire che lo scheletro in base alle sue caratteristiche rispecchia in pieno la rappresentazione che è stata fatta di questi presunti esseri alieni. Andiamo dunque a considerarlo più nello specifico: cranio allungato (dolicocefalo) lungo appena quindici centimetri, con orbite oculari molto oblique e dieci paia di costole.

Cos'è lo scheletro rinvenuto nel deserto di Atacama

In realtà stando a uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Stanford e della California di San Francisco che ne hanno fatto una analisi genetica andando a sequenziare il suo genoma, si può dire che lo scheletro di Atacama è tutt'altro che extra-terrestre. Magari ci sarebbe piaciuto pensarlo e abbiamo vagheggiato che potesse realmente provenire da un altro pianeta portando con sé chissà quali inimmaginabili segreti di una società più avanzata ed evoluta della nostra, ma la Scienza ci ha riportato con i piedi per terra. Infatti stando a quanto emerge dalle analisi dei ricercatori non si tratta d'altro che di un feto femminile umano che presenta delle malformazioni genetiche.

I risultati delle analisi

Intanto il sequenziamento genetico dello scheletro è stato eseguito da Garry Nolan, che è docente di microbiologia e immunologia a Stanford in collaborazione con Atul Butte, che è direttore dell'istituto di scienze computazionali per la salute dell'Università della California. Il Dna è da considerarsi totalmente umano in quanto presenta delle caratteristiche genetiche che è possibile ricondurre ai nativi americani e europei.

In particolare le deformità dello scheletro deriverebbero da alcune rare mutazioni genetiche derivanti da 7 geni che comportano patologie della colonna vertebrale, quali la scoliosi, il nanismo oltre che una serie di anomalie muscolo-scheletriche. Stando ai risultati lo scheletro non ha più di 40 anni. Intanto secondo i ricercatori le ossa di Ata che risultano precocemente invecchiate mostrando non più di 6-8 anni potrebbero risultare utili per quanto riguarda la cura delle malattie all'osso, ad esempio per la messa a punto di farmaci in grado di accelerarne la riparazione in caso di frattura. La ricerca di cui vi abbiamo dato conto è stata pubblicata sulla rivista Genome Research.