Per fare l'astronauta o il cosmonauta bisogna essere fatti di una stoffa speciale. Ci vuole un fisico perfettamente integro e una tenuta psicologica a prova di bomba. Essere sparati lassù all'interno di un razzo e poi vivere per giorni, settimane o perfino mesi in uno spazio ristretto non è da tutti. Anche perché ci sono aspetti di questa particolarissima esperienza che definire spiacevoli è un understatement.

Una faccenda complicata

Per esempio, andare alla toilette, che è un aspetto della vita nello spazio che comprensibilmente non riceve troppa attenzione né nella pubblicistica corrente, né tantomeno al cinema.

Quaggiù sulla terra si può dire che pensa a tutto la gravità: sbrigare le due operazioni è una faccenda di routine, che tutti noi impariamo ad affrontare nei nostri primi anni di vita, dopodiché non le dedichiamo più di un pensiero passeggero ogni tanto (a meno che non soffriamo di stitichezza, beninteso). Beh, nello spazio è tutta un'altra storia, per la semplicissima ragione che quando viaggi in caduta libera a qualche migliaio di chilometri all'ora, la gravità semplicemente non c'è, e quindi non può aiutarti a sbrigare la fondamentale funzione corporea dell'escrezione. Ne sa qualcosa l'astronauta dell'ente spaziale degli Stati Uniti (Nasa) Peggy Whitson, che con 665 giorni trascorsi nello spazio è l'americana con il record della più lunga permanenza in orbita.

Ottimista e positiva, la Whitson ha amato alla follia la sua esperienza di astronauta. Ne ha amato quasi ogni aspetto: dal raccogliere campioni di batteri spaziali al sostituire le batterie nei pannelli solari: “Essere diretti protagonisti dell'esplorazione spaziale e incredibilmente gratificante”, dice la bionda signora, che ricorda con nostalgia la sensazione dell'assenza di peso.

Una sensazione che non potrà più rivivere, perché coi suoi 665 giorni ha raggiunto il suo limite di radiazioni assorbite.

'Più un campeggio che un soggiorno in hotel'

Di sicuro, però, c'è un aspetto della vita nello spazio che non le mancherà proprio: andare alla toilette. “Vivere nello spazio non è ancora come soggiornare in hotel”, spiega.

“Assomiglia di più a un campeggio”. Sulla Stazione Spaziale Internazionale (che tra l'altro da luglio 2019 avrà un comandante italiano, Luca Parmitano) la toilette non è un incubo come i “pannoloni” (chiamiamoli così, per comodità) che gli astronauti qualche volta furono costretti a usare durante le missioni Apollo, ma non è neppure una passeggiata. Si tratta di una apparecchiatura russa del costo di 19mila dollari. Già questo dovrebbe bastare a convincere chiunque che andare al bagno nello spazio è una faccenda piuttosto complicata, e anche una bella sfida ingegneristica.

Si ricicla quasi tutto

“Fare la pipì è abbastanza semplice,” spiega la Whitson. Infatti c'è una specie di imbuto con un ventilatore che crea un 'effetto di suzione'.

Non è richiesta nessuna abilità particolare. È da notare che l'urina viene riciclata all'ottanta, ottantacinque per cento. Ma se si tratta dell'operazione numero 2, allora le cose si complicano assai. “La numero due è una sfida più impegnativa, perché si tratta di centrare un bersaglio piuttosto piccolo”. Insomma, si tratta di farla centrando un buco davvero piccolo posto in cima a un contenitore argentato. Anche qui si adopera un ventilatore per creare un effetto di suzione. Una volta finito, la popò viene sigillata in una busta di plastica. “E quando comincia a riempirsi,” spiega la Whitson con una smorfia di disgusto, “devi infilarti un guanto di gomma e comprimere il tutto”. E naturalmente accade che ogni tanto l'apparato faccia cilecca, con gli astronauti costretti a dare la caccia a degli escrementi galleggianti a mezz'aria.

Se tutto va bene, però, il materiale "prodotto" finisce su una navetta destinata alla spazzatura della Stazione, che poi viene fatta bruciare lasciandola rientrare in atmosfera con un'orbita calcolata a questo scopo. Va ricordato infine che sulla Sojuz, la navetta russa che fa la spola da e per la Stazione Spaziale Internazionale, si può solo fare la pipì. Ragioni di spazio. Prima del viaggio agli astronauti viene praticato un clistere, non si sa mai.