Secondo alcuni studi statunitensi dello scorso giugno, obesità e poca vitamina D sarebbero degli indicatori di un rischio maggiore di tumore alla mammella, un tipo di cancro tra i più comuni nel mondo e la prima causa di morte per tumore nelle donne. Una ricerca dello stesso periodo, pubblicata su "Menopause", promuove la tesi che la vitamina D ridurrebbe il rischio di cancro e, di conseguenza, la mortalità ad esso collegata, in maggior misura se in donne normopeso e non sovrappeso. L'indice di massa corporea è, infatti, il secondo indicatore usato negli studi correlati al rischio di tumore.
Per alcuni studiosi la presenza di vitamina D inibirebbe la proliferazione cellulare e, quindi, bloccherebbe la massa tumorale. Un altro studio internazionale pubblicato sul “Journal of the National Cancer Institute”, che ha visto la partecipazione di scienziati europei, americani e asiatici, dimostrerebbe che alte dosi di vitamina D ematica proteggerebbero dal tumore al colon-retto, mentre su “Jama Oncology” si pubblicano resoconti che fomentano molti dubbi tra l'interazione tra vitamina D e la diminuzione di tumore o di mortalità dovuta al cancro
Il parere dell'oncologo sulla vitamina
A dissipare i dubbi è un famoso oncologo, il dottor Antonio Russo, docente di Oncologia medica a Palermo nonché dirigente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica.
Conosciuta per i suoi numerosi benefici, la vitamina D è necessaria agli organismi animali per il funzionamento dei processi vitali. Spiega il dottor Russo che la molecola precursore viene introdotta tramite la dieta nell'organismo ed è attivata dall'esposizione al sole. La vitamina D promuove l’assorbimento del calcio dalla mucosa intestinale soprattutto ai fini della mineralizzazione delle ossa.
Ha un ruolo importantissimo nella prevenzione e nel trattamento dell’osteoporosi, ma è necessaria anche al sistema locomotore, in quanto regola la contrazione muscolare calcio-dipendente ed il sistema immunitario. La sua carenza può anche portare a depressione, declino delle funzioni cognitive e problemi cardiovascolari.
Il legame con il cancro
Il dottor Russo continua spiegando come parecchi studi abbiano cercato una correlazione tra vitamina D e cancro, sviluppando evidenze scientifiche opposte o perlomeno controverse: da un lato sembra che alti livelli di vitamina D riducano il cancro alla prostata, al colon e alla mammella, dall’altro l'ipotesi viene ribaltata. La verità, secondo Russo, è da cercare nel dosaggio della sostanza: se assunta in dosi troppo alte andrebbe a perdere tutti i benefici che in realtà dovrebbe fornire. Un organismo sano deve rispettare livelli corretti di vitamina D ma non esiste una quantità riconosciuta dalla scienza come ottimale. Chi però ne ha un deficit dovrebbe integrarla con l'alimentazione e con l'esposizione ai raggi solari.