Da Frascati parte la ricerca, tutta italiana, che punta ad individuare una particella denominata fotone oscuro, che potrebbe essere la porta di collegamento tra la materia ordinaria, cioè il nostro mondo, e quella oscura, ancora oggi del tutto sconosciuta anche nella sua composizione. La scoperta potrebbe essere di quelle rivoluzionarie, visto che la materia oscura occupa il venticinque per cento dell’intero universo. Ma potrebbe anche essere un vero e proprio buco nel nulla.

A Frascati si cerca la porta di collegamento tra la materia ordinaria e quella oscura

L’esperimento inaugurato il 5 ottobre all’interno dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Frascati, in pratica, punta a svelare la quinta forza della natura, che sarebbe l’unica porta di collegamento tra la materia ordinaria e quella oscura. Questa caccia al fotone si chiama Padme, dall’inglese Positron Annihilation into Dark Matter Experiment, potrebbe fare luce su gran parte delle anomalie del cosiddetto Modello standard a cui fa riferimento la fisica mondiale.

Il fotone oscuro dimostrerebbe che esiste la quinta forza

Il team di scienziati italiani all’opera nei laboratori di Frascati, punta a dimostrare che esiste la quinta forza, appunto capace di connettere la materia oscura con quella ordinaria.

Di conseguenza, verrebbe rivoluzionato tutto il teorema attuale che si fonda sull’esistenza di quattro forze principali, così come tutti le conosciamo: forza di gravità, elettromagnetica, nucleare forte e nucleare debole. A questa quinta forza verrebbe associata, proprio come capita per le altre particelle, un “messaggero”, il cosiddetto fotone oscuro (chiamato anche fotone pesante, visto che sarebbe dotato di una piccola massa).

Un bersaglio di diamante per catturare il fotone oscuro

La ricerca che è partita da Frascati è stata costruita a Lecce. Il tutto nasce dalla collaborazione tra Università del Salento e la sezione salentina dell'Infn. La buona riuscita di questa caccia al fotone si fonda su un sottile bersaglio di diamante deputato a catturare il fotone oscuro, metti caso che lo scova tra oltre un milione di collisioni di particelle al secondo.

Per adesso è previsto che Padme resti in funzione per almeno tre mesi, quindi fino a gennaio 2019. Solo dopo si inizierà a raccogliere i dati in maniera sistematica. Per i primi risultati c’è da attendere il termine del 2019.