Il cielo stellato che osserviamo la notte può sembrare freddo e distante, ma nasconde infinite bellezze. Per renderlo famigliare non c'è niente di meglio che associare le stelle a cose vicine. Ecco quindi nascere le costellazioni che conosciamo.

Tra queste magnifiche costellazioni si può osservare anche quella del Dragone. Il Dragone è una delle costellazioni più grandi della volta celeste e si trova incastonata tra Orsa Maggiore e Orsa Minore. All'inizio veniva associata a un serpente o a un ippopotamo, e nell'antica India a un coccodrillo o a un alligatore.

La forma del drago è originaria della Mesopotamia.

Caratteristica curiosa di questo bestione è il fatto che tutte le sue stelle sono circumpolari, ovvero non tramontano mai. La stella principale si trova nella testa e si chiama Etamin, che in arabo significa "serpente" o "drago". Essa è una stella gigante arancione che si trova a 148 anni luce da noi.

Anche il Dragone funge da radiante a una pioggia meteorica, così come le vicine costellazioni dell'Orsa Minore (da cui partono le Ursidi) e del Boote (da cui partono le Quadrantidi). Le protagoniste sono in questo caso le Draconidi, che passano nei nostri cieli dal 6 al 10 ottobre.

Come molte altre costellazioni, anche questa porta con se più di un mito.

Il mito del matrimonio

Secondo questo mito greco, ambientato durante il matrimonio tra Zeus e Era, la terra dono agli sposi rigogliosi alberi da frutto. A guardia di questi alberi dovevano esserci le Esperidi (quattro ninfe) e un rabbioso e possente dragone, chiamato Ladone. Il drago aveva ben cento teste, che gli permettevano di far scappare tutti con grida a tonalità diverse.

L'impresa di penetrare nel giardino venne inserita nelle dodici fatiche di Eracle (o Ercole). Con l'aiuto di Atlante, l'eroe uccise il drago, scagliandoli una freccia.

Era rimase sconvolta dall'accaduto e decise di porre il drago in cielo, affinché non venisse dimenticato da nessuno.

Altri miti

Secondo un'altra versione, il drago era schierato con i Titani durante una guerra contro gli dei dell'Olimpo.

Dopo dieci anni di conflitto, ingaggiò una lotta con la dea Atena. La dea riuscì a scagliarlo in cielo nei pressi del polo, dove rimase impigliato durante la ricaduta. Viste le basse temperature, il dragone si congelò in quella posizione e i cristalli di ghiaccio che si formarono diventarono così le stelle che oggi compongono la costellazione.

Un altro mito ancora associa questa costellazione al drago che uccise e si nutrì di alcuni uomini di Tebe, inviati a prendere dell'acqua al pozzo di Ares dal loro re, Cadmo. Quando il re scoprì il brutale sterminio si recò esso stesso al pozzo e uccise la bestia.