L'APE sociale resta una delle misure che negli ultimi anni ha aiutato molti lavoratori in stato di disagio ad accedere alla pensione al di là dei requisiti di legge previsti in via ordinaria per l'uscita di vecchiaia o per l'assegno di anzianità sulla base della Riforma Fornero. L'opzione consente infatti di ottenere la quiescenza a partire dai 63 anni di età e con almeno 30 - 36 anni di contribuzione, a seconda della peculiare tutela riconosciuta dal legislatore ai lavoratori che si trovano a vivere situazioni di difficoltà in età avanzata. Da sottolineare che il provvedimento è interamente finanziato dallo Stato e non applica quindi alcun tipo di penalizzazione al futuro importo dell'assegno previdenziale erogato in favore del richiedente.

L'APE sociale e la legge di bilancio 2020

Purtroppo l'APE sociale risulta attualmente in fase di scadenza. Essendo un provvedimento introdotto in modo sperimentale non ha infatti carattere strutturale, pertanto troverà il proprio naturale esaurimento alla fine del 2019. Per evitare che questo avvenga, risulta indispensabile un'eventuale proroga, che logicamente andrebbe inserita all'interno della legge di bilancio 2020 (in approvazione entro la fine dell'anno). Non stupisce quindi che molti lavoratori abbiano elevato il pressing sulla politica al fine di chiedere un'estensione della validità dell'APE sociale anche al prossimo anno. Un'eventualità che però attualmente non può essere data per scontata, viste anche le esigenze di bilancio e di contenimento dei costi rispetto al bilancio previdenziale.

Chi matura i requisiti di accesso entro la fine del 2019 farà quindi bene a valutare con attenzione la possibilità di inoltrare la propria domanda di pensionamento anticipato, visto che dal prossimo anno non è scontata la possibilità di poter usufruire dell'opzione.

Attesa anche per la proroga dell'APE volontario

Al fianco dell'APE sociale vi è un'altra misura in corso di validità sino al termine del 2019 e che attende quindi di essere eventualmente prorogata.

Si tratta dell'anticipo pensionistico di stampo volontario (o APE volontario). Il provvedimento risulta in questo caso a carattere oneroso, ma rende possibile il pensionamento a partire dai 63 anni di età e con appena 20 anni di contribuzione (contro i 35 anni minimi che contraddistinguono ogni altra forma di quiescenza anticipata prevista dal nostro ordinamento).

L'onerosità consiste invece nella necessità di sottoscrivere un prestito di durata ventennale che sarà rimborsato tramite trattenute sul futuro assegno previdenziale. Quest'ultime saranno effettuate alla fonte dall'Inps. Anche in questo caso (come per l'APE sociale) l'opzione non sarà disponibile nel 2020, a meno che la proroga non venga espressamente inserita all'interno della prossima Manovra.