La feroce valanga di avvenimenti internazionali che ha accompagnato l'inizio dell'anno ha scosso gli animi degli abitanti del pianeta. In maniera decisamente meno preoccupante del coronavirus, ma altrettanto incisivo in termini di risonanza, ha fatto molto discutere l'intervento del comico Ricky Gervais alla cerimonia di premiazione dei Golden Globe dello scorso 5 gennaio, che nel consueto stile del "Roast" ha sparato a zero sull'intera industria cinematografica attaccando politici, religiosi e topic sociali. Dal canto suo l'Italia aprirà le porte al trend proprio questa settimana con la serata in onore del comico Giorgio Magri.

Seppur sia poco familiare allo show-biz italiano, la tradizione del Roast ha origini antiche tanto quanto lo scandalo che produce: se da un lato la cosiddetta "parola violenta" genera sconcerto ed indignazione, dall'altro appare ormai come un metodo efficace per sconfiggere l'ipocrisia del politically correct e riflettere in maniera concreta su tematiche di enorme rilevanza.

Cosa significa Roast?

Ad un lettore inesperto il termine "roast" potrebbe suggerire che si stia parlando di cucina piuttosto che di satira scomoda o battute graffianti, ma la verità è un'altra: "roast" in inglese significa "arrosto", che in ambito comico vuole simboleggiare lo stato "scottato" in cui viene lasciato un bersaglio al termine della sequenza di battute taglienti che un nutrito entourage di colleghi ed amici ha da dedicargli.

Il "roast" è a tutti gli effetti un "tutti contro uno", dove le cattiverie sono solo un mezzo per ridere, prendersi meno sul serio, ed hanno una funzione totalmente celebrativa. Non a caso la vittima di un "roast" viene "cucinata" dagli affetti stretti, le cui amorevoli ed esilaranti confessioni altro non sono che un omaggio all'umana fallibilità del malcapitato ed una testimonianza della loro amicizia.

Esempio concreto ne è l'atipica versione presentata da Ricky Gervais ai Golden Globe di gennaio, le cui vittime sono stati le più o meno intime conoscenze dello show business.

Le origini del Roast

Al pari della Stand-up Comedy, la tradizione del "Roast" nasce in America, precisamente al "Friar's Club" di New York, un club per attori, musicisti ed ovviamente comici.

Intorno alla metà degli anni '40 circa il club inizia ad organizzare delle cene in onore dei membri più prestigiosi del club come Dean Martin, Jerry Lewis e Frank Sinatra, ed essendo il pubblico nutrito di comedians sovversivi nei confronti dell'etichetta dell'epoca, i toni pomposi assumono velocemente tinte satiriche e sarcastiche, contribuendo a creare la magica atmosfera a metà tra imbarazzo ed ilarità che ancora oggi è il cardine della comicità di spessore. Nonostante le vittime dei "roast" fossero già leggende intoccabili, la pratica diventa iconica del Friar's riuscendo a commutare noiosi eventi mondani in veri e propri spettacoli di comicità, rilassando gli animi e dissipando quell'alone di impermeabilità tipico dello "star system".

Il roast arriva in Italia

Dalla metà dello scorso secolo ad oggi il "roast" è diventata quasi una tappa obbligata nella carriera dei personaggi pubblici: Bruce Willis, Pamela Anderson, James Franco sono solo alcuni degli attori che hanno "subito" questo particolare omaggio, ed anche lo stesso Donald Trump ne fu vittima durante il mandato di Obama, che in onore della Correspondent's Dinner lanciò parole a dir poco infuocate sull'attuale presidente degli Stati Uniti. Come per la Stand-up Comedy che da anni vanta validi adepti su territorio italiano, anche il "roast" nella sua forma originaria inizia a farsi strada nel nostro paese: l'iniziativa appartiene al polo comico di Milano che domenica 9 febbraio 2020, di fronte al pubblico dell'ArciTurro, "arrostirà" Giorgio Magri come omaggio ad una longeva carriera consumatasi sui palchi nazionali e Comedy Central.