Purtroppo è ufficiale, la Scienza ha dato il suo responso: il celebre e straziante quadro L'Urlo dell'artista norvegese Edvard Munch sta scomparendo col passare degli anni, rivelando colori sempre più tenui e lontani da come doveva essere nel 1910, anno in cui fu realizzata la più nota e celebre versione (tempera su pannello) sotto analisi dagli esperti che hanno lanciato l'allarme. Insieme al celebre quadro, simbolo di un epoca, anche altre opere dello stesso periodo storico stanno subendo un destino simile. Non c'è purtroppo soluzione, essendo impossibile recuperare i colori originali oppure applicarne di nuovi per restituire la versione originale dell'opera al grande pubblico: l'unica via d'uscita sembra sempre più affidarsi alle ricostruzioni digitali.

Le ricerche e l’insormontabile problema

I ricercatori all'opera sul quadro sono al lavoro dal 2012 e ne stanno analizzando caratteristiche e colori, notando come specialmente alcune parti un tempo giallo-arancio brillante oggi tendano sempre di più verso un bianco avorio piuttosto spento. Utilizzando raggi X, laser e microscopi ad alta potenza Jennifer Mass, presidente del laboratorio di Analisi Scientifiche delle Belle Arte di Harlem, insieme al suo team, ha notato dei curiosi nanocristalli simili a stalagmiti in crescita su alcune parti del dipinto, specie nel cielo, sull'acqua e attorno alla bocca della figura urlante: il sulfuro del colore cadmio giallo usato per la pittura, a causa della continua esposizione, tende ad ossidarsi in carbonato di cadmio e solfato di cadmio, e purtroppo continua a farlo.

È impossibile fermare tutto ciò e anche altre opere stanno subendo la stessa tragedia: infatti il problema riguarderebbe almeno il 20% dei dipinti realizzati tra il 1880 e il 1920, interessando quindi le correnti dell’Impressionismo, dell’Espressionismo e i Fauves! Tutto dipende dai materiali che venivano usati dagli artisti per dipingere e nelle soluzioni da loro adottate per ottenere certe colorazioni.

Le sperimentazioni erano all'ordine del giorno, procedimenti diversi venivano compiuti ma i colori alla fine prodotti, bellissimi e brillanti, non erano comunque stati testati, specie dal punto di vista della durata e della resistenza. Così ci si trova oggi con un bel problema e l’impossibilità di risolverlo.

Una soluzione tecnologica

Recuperare i colori originali delle opere risulta essere impossibile, come anche applicare dei nuovi pigmenti, cosa che potrebbe peggiorare lo stato dei dipinti, quindi l’unica soluzione praticabile rimane la restaurazione digitale, appoggiandosi alla realtà digitale che si sta sempre più sviluppando e affinando. Si prevede in futuro una ricerca di aiuto da parte della realtà aumentata e quello che si prospetta è che, tramite l’uso di Smartphone avvicinati al quadro o al suo codice, comparirà sullo schermo il vero colore dell’opera, proprio in corrispondenza del punto su cui verrà puntato il dispositivo.

In tal modo il visitatore potrà vedere i quadri con gli occhi degli artisti e di coloro che all’epoca poterono ammirarli, emozionandosi proprio come allora.