I sentieri ai piedi del Monte Velino, sul confine tra Lazio e Abruzzo, pullulano ovviamente di flora e fauna, ma anche di tanto altro. Camminando tra i ginepri delle quote più elevate, si avverte una brezza magica che sembra sia trasportata dal volo dei corvi e dei grifoni, e sia inasprita dal profumo della genziana e delle viole. Dovremmo abituarci, perché questo è uno dei tanti posti in Abruzzo, dove le creature magiche del folklore sono di casa e hanno un nome ben preciso: i Mazzamurelli.

Di piccola taglia e di aspetto elfico, il mazzamurello è una creatura fantastica della tradizione fiabesca di gran parte delle regioni italiane.

Nella regione delle Marche e dell’Abruzzo la figura del mazzamurello è figlia del bagaglio culturale derivante dal bacino dei Monti Sibillini, che da millenni assorbono storia e rimandano leggende. Al pari della nota Sibilla Appenninica (da cui i monti prendono nome) e delle sue fate caprine, anche i Mazzamurelli sono considerati elementi di tramite tra il reale e l’incantato: creature che fanno da ponte tra il mondo terreno e l’aldilà, e il loro arrivo si pensa sia un messaggio di un caro defunto. Ma quali sono le loro particolari curiosità?

Gli 'ammazza mori' dispettosi

L’etimologia del nome di questi folletti deriva dai termini "mazza", col significato di colpo, e "murello", nel senso di mura, che sta a indicare la loro abitudine di annunciarsi in un’abitazione proprio tramite il ripetuto battere su di un muro.

In realtà la foschia del folklore potrebbe aver tratto in inganno molti, dato che recenti studi rimandano il termine all’accezione di "ammazza Mori", intesi come Saraceni.

Se per quanto riguarda la loro dicitura c’è ancora qualche dubbio, le voci del popolo sono sicure che passeggiando per i boschi ci si senta osservati da vispi occhietti da folletto.

Ma non c’è da preoccuparsi, anzi: si dice che i Mazzamurelli siano pericolosamente dispettosi solo con chi se lo merita, mentre possono risultare grandi aiutanti per le brave persone. Infine, è bene ricordare ai più avventurosi che, secondo molti, si spostano nei boschi da un luogo all’altro per proteggere un tesoro misterioso, quindi farseli amici potrebbe essere una buona mossa!

La famiglia dei Mazzamurelli

Il caso dei Mazzamurelli non è circostanziato, bensì è uno dei tanti altri al mondo. Come in una gigantesca famiglia di piccoli, e a volte indisponenti, folletti sparsi in varie parti del globo, ognuno con una propria denominazione. Solo in territorio italico annotiamo i mazzariol veneti e i mazapegol emiliani, ma estendendoci al livello europeo abbiamo il cugino tedesco chiamato coboldo o il tomte scandinavo. I parenti più famosi del Mazzamurello, però, parlano inglese: oltre ai Leprechauns irlandesi, anche William Shakespeare nella nota opera “Sogno di una notte di mezza estate” inserì un loro degno collega, nominato Puck, che corrisponderebbe al Robin Goodfellow della cultura gallese.

Tanti nomi, ma praticamente stesse caratteristiche.

I Mazzamurelli sono creature intrise della magia di un territorio affogato nella natura e nelle leggende. Come in una perenne favola, possiamo addentrarci nel mito in compagnia di folletti astuti e agili, sperando di incontrare la loro simpatia. A questo punto è bene concludere con la citazione del famoso critico letterario italiano Emilio Cecchi: "Il Mazzamurello con i suoi capricci e le sue monellerie, non è che un travestimento comico dello spirito cosmico".