Daniela Conti nasce a Milano, è laureata in Lingue. Da anni è vicina ai disturbi relativi all'infanzia, in particolare il mutismo selettivo e i Dsa. Ha curato alcune raccolte di testimonianze e pubblicato due Libri insieme alla figlia: 'Piccole storie di dislessia' e recentemente 'Ti hanno mangiato la lingua?'. E' socia di A.i.mu.se, l'Associazione Italiana Mutismo Selettivo, impegnata attivamente nella diffusione della conoscenza del mutismo.
-Quando hai scoperto che per tua figlia si trattava di mutismo selettivo e non di semplice timidezza?
Durante la scuola dell'infanzia: per tutto il triennio, le maestre mi hanno segnalato una forte timidezza, rassicurandomi sul fatto che, crescendo, sarebbe passata.
In realtà, i segnali erano chiari: Marina non parlava a scuola, ma nemmeno con le persone che gravitavano intorno alla famiglia, i bambini e gli adulti in generale. All'inizio della primaria le maestre, preoccupate dal totale silenzio, mi hanno convocata, descrivendomi una bambina che non riconoscevo: muta, inespressiva, rigida, non sosteneva lo sguardo, mentre a casa era una chiacchierona sempre in movimento.Dopo il disorientamento iniziale ho incontrato A.i.mu.se che è stata il nostro sostegno: l'Associazione e la sua attuale presidente, Elisa Marchio, ci hanno accolte, supportate in un ambiente sano e di condivisione profonda, indirizzandoci verso una psicologa brava, dolce ed espertissima.
Oggi, in prima media, Marina parla con (quasi) tutti! Lo dico con gioia! I nostri ragazzi, se giustamente tranquillizzati, stimolati e seguiti, ce la fanno!
-La domanda più sbagliata da fare che è anche il titolo del libro veniva rivolta spesso a tua figlia da estranei?
La frase “Ti hanno mangiato/tagliato la lingua?” è un tormento!
Ce lo sentiamo dire da tutti ed è imbarazzante, sia per il bambino che si sente giudicato, incalzato, messo sotto il riflettore quando invece vorrebbe sparire, che per il genitore, che prova vergogna, imbarazzo, senso di inadeguatezza, voglia di rispondere al posto del figlio. I nostri ragazzi passano per problematici, maleducati, oppositivi, testardi, passivi e stupidi.
Invece no: sono solo raggelati dalla paura e dall'ansia.
-Che cos'è il mutismo selettivo?
E' un disturbo legato all'ansia. I bambini muti selettivi vengono letteralmente “raggelati dalla paura” che impedisce loro di parlare, assumere un atteggiamento naturale e sciolto nei contesti sociali, in particolare la scuola. Il percorso di superamento ha tempi soggettivi, è importante costruire un contesto accogliente, rilassante, che abbassi l'ansia verso l'ambiente, le persone e la parola. Loro vorrebbero parlare ma non riescono. Forse il segreto è nel non forzare, non aspettarsi nulla ma accogliere, amare e trovare - insieme a psicoterapeuta, insegnanti, compagni, adulti di riferimento - mezzi di comunicazione alternativi che evolvano pianissimo verso la parola.
A Marina è stato utile praticare uno sport, ampliare le relazioni, i legami con i coetanei, la scrittura emotiva (descrivere i sentimenti è stato fondamentale) e tanti altri accorgimenti – leggeri e non stressanti – descritti nel libro.
-Com'è impostato il libro?
Volevamo essere sorridenti: niente lamenti, un po' di emozione e tanta vita vissuta. Abbiamo raccontato i nostri turbamenti, passi avanti, indietro, vittorie. Il punto di vista è quello della mamma: è lei che racconta la vita quotidiana della figlia, si analizza, riflette, evidenziando ansie, paure, conquiste.Ci sono la dolcissima favola scritta da Marina e la lettera alle maestre che spiega, attraverso le parole di una bimba, come approcciarsi e trovare una comunione.Per noi è importante che parte del ricavato vada ad A.i.mu.se che si basa sul volontariato generoso dei suoi soci, consiglieri e referenti.
Con il resto stiamo organizzando, insieme all'illustratrice-arteterapeuta Maite Damone, dei laboratori gratuiti per i bambini e una mostra associatl alle presentazioni del libro.Il testo è acquistabile sul sito internet il mio libro.