Una cosa positiva del web è quella di poter conoscere storie, vite o lavori che ti stupiscono. Mi capita molto spesso di incrociare sul mio cammino, donne che si sono messe in gioco con un'idea nata anche dalla propria vita personale.
Ed è stato così anche quando ho conosciuto la storia di Roberta Cibeu un'artigiana con il sogno di rendere migliore la vita delle persone e ci è riuscita in un modo così emozionante che non ho potuto fare a meno di contattarla per saperne di più sui suoi Mostri e su come è nato il suo bellissimo progetto al femminile.
Come hai iniziato questo lavoro?
E' sempre difficile, per me, definire quello che faccio, in teoria dovrei definirmi un'imprenditrice artigiana ma non mi piace inscatolarmi in questa definizione un po' riduttiva. E' vero che sono un'imprenditrice ed è anche vero che sono un'artigiana ma il mio lavoro spazia in tanti campi, a partire dalla creazione dei Mostri113, nati per aiutare le persone nei momenti difficili e per cui curo anche tutto il lavoro che c'è dietro, comunicazione compresa. Creo questi pupazzi, ma anche altri prodotti tessili e grafici che hanno la missione comune di entrare nella vita delle persone per renderla più leggera. Fin da piccola avevo l'idea che avrei fatto qualcosa di mio, ingenuamente pensavo di cambiare il mondo ma non ho mai avuto l'idea giusta finché la vita, casualmente, me ne ha offerto la possibilità.
Come è nata l'idea dei Mostri113?
A 40 anni la mia vita è cambiata: ho perso un lavoro che non amavo e che non mi rendeva felice, ho dovuto affrontare la separazione dal mio compagno e la perdita di mia madre, un dolore che ha segnato in modo profondo me e mio figlio. All'epoca Sebastiano aveva 4 anni e iniziò a raccontarmi di avere un amico immaginario di sembianze mostruose, che mangiava i mostri cattivi della notte.
Ho capito che quello era un modo che lui utilizzava per comunicarmi le sue paure, e fu così che il Mostro Centotredici (lo chiamava così), arrivò nelle nostre vite. Qualche mese dopo, Sebastiano mi chiese di creare quel mostro e io l'ho fatto: ho realizzato uno sgorbietto verde, con la bocca cucita che aveva come occhi due bottoni rossi scelti tra le centinaia di vecchi bottoni riposti da mia madre in una scatola di latta.
Dopo quel primo Mostro ne ho realizzati altri per lui e per gli altri bambini: il Mostro Mangiapaura, il Mostro Mangiabuio, il Mostro Mangiabua e molti altri. Il 13 gennaio 2015 ho aperto il mio laboratorio dei Mostri che io chiamo labonegozio perchè è il posto nel quale i Mostri prendono vita e dove è possibile acquistarli.
Quali sono i tuoi strumenti di lavoro?
Ne ho tantissimi, prima di tutto la mia testa, fisicamente il mio laboratorio è pieno di stoffe, bottoni, zip, aghi e mille altre cose che possono servirmi per creare i miei Mostri. Gli elementi nei quali mi identifico di più sono i bottoni che utilizzo come occhi dei mostri e che mi fanno pensare a mia madre e ai miei ricordi di famiglia compresi i momenti con mio nonno che era un sarto e che mi regalava scampoli bellissimi con i quali giocavo.
Chi è la tua clientela tipo?
Per lo più sono madri ma anche padri e bambini. Ci sono anche adulti che regalano i Mostri ad una persona cara che magari sta affrontando un momento difficile. Ogni mostro ha il suo certificato di adozione in cui è indicata la data di adozione, il DNA che è un codice univoco, la provenienza (un pianeta o una stella) e la spiegazione di come si attiva attraverso un piccolo rituale magico che il bambino deve fare con i propri genitori.
E' possibile creare un Mostro personalizzato?
Si, si può scegliere il modello legato all'emozione che si sta vivendo oppure è possibile raccontarmi la storia o la paura che sta alla base dell'acquisto del mostro e, in base al racconto, creo il mostro.
Per me è fondamentale che rispecchi anche il mio gusto estetico quindi, se un bambino me lo chiede, posso prendere spunto da un suo disegno ma non lo copio, non è questo il mio scopo.
C'è una storia che ti è rimasta nel cuore?
Ci sono tante storie che mi hanno emozionata. Una volta una bimba è venuta in laboratorio con sua mamma e il fratellino, chiedendo un mostro e la mamma le ha detto che avrebbe dovuto comprarlo con i suoi risparmi. Dopo una settimana è tornata con il suo portafoglio pieno di monetine che aveva guadagnando aiutando la mamma. Mi ha teso le sue manine mostrandomi tutte le monetine guadagnate per comprare il suo mostro e questa cosa mi ha commossa.
Tuo figlio Sebastiano ha ancora i suoi Mostri?
Si certo, adesso ha 9 anni ed è il custode di tutti i Mostri che ho creato in questi anni, lui custodisce i prototipi e quelli che ho creato come prova. Accanto al suo letto ci sono ancora il Mostro Mangiabuio e il Mostro Mangiaalieni.
Qual è la cosa più importante che hai imparato in questi anni.
Che i bambini non si aspettano che tu li aiuti materialmente ad uscire dai loro problemi, gli basta avere la consapevolezza che tu li stia aiutando stando loro vicino e quando una mamma o un papà vengono qui hanno già fatto una magia. Il problema che preoccupa il bambino può persistere ma avrà la consapevolezza di non essere solo. Il mostro è li a ricordare al bambino che c'è stato un momento in cui ha avuto fiducia totale in sé o nei suoi genitori.
Un sogno che vorresti realizzare.
Scrivere un libro, che è una cosa a cui penso da tempo e lavorare di più con la fotografia che è una passione che mi porto nel cuore e che mio papà aveva come hobby.