Dopo gli ultimi casi emersi di abusi, molestie e violenze a sfondo sessuale - da parte di personaggi anche potenti e famosi - sui social network dilagano le esperienze di persone comuni e non vittime di Molestie che molto spesso finora hanno taciuto, ora per vergogna, ora per il timore di non essere creduti.

Due hashtag per un solo obiettivo

Inizialmente si è partiti con l'hashtag #Quellavoltache, dove alcune persone hanno deciso di farsi coraggio e postare il proprio racconto che li vedeva vittime di ogni sorta di "attenzioni" disturbanti, spesso a carattere sessuale.

C'è davvero tutto l'orrore di cui una persona possa essere vittima; le testimonianze partono anche da uomini e donne che all'epoca dei fatti erano anche bambini o poco più che bambini - l'hashtag infatti è rivolto proprio a tutti, anche a chi è stato abusato durante l'infanzia.

Poi ne è partito un altro, #MeToo, lanciato da un'attrice americana, Alyssa Milano, con l'intento di dare la mano a quelle persone che ancora non erano - e non sono ancora - uscite dal loro guscio per farsi avanti. Anche solo per sfogarsi, magari perché impossibilitate a parlarne con chi è loro vicino.

Più persone risponderanno all'appello per dare un resoconto della propria o delle proprie brutte esperienze, più si darà un'idea di quanto questo tipo di violenza sia largamente diffusa, al contrario di quanto una persona che non ha mai ricevuto questo tipo di trattamento possa pensare.

Il risultato è una valanga di racconti, in costante aumento, incisivi, lucidi e drammatici, come possono essere quei racconti che rimangono segnati e di cui è difficilissimo dimenticarsi. Di solito sono da parte di sconosciuti che altrimenti si vedono di sfuggita sugli autobus o per strada, ma - e questo è ancora più inquietante - molti casi sono di violenza sessuale anche da parte di parenti e amici, o comunque di categorie di persone di cui si sa di "potersi fidare".

Certo, non sono denunce nel senso legale del termine, ma sono un modo per esprimere il proprio grido silenzioso a qualcuno che può finalmente capire fino a che punto si soffra in determinate situazioni, e di quanto spesso le vittime non ne parlino perché sanno perfettamente di non essere ascoltate. Ricevere finalmente della solidarietà da parte delle persone che capiscono è il principale balsamo per le vittime, anche se queste provengono dall'altra parte dell'Italia o del mondo.