Tutti hanno seguito un corso di formazione ad hoc perché non è facile rimettere in piedi realtà imprenditoriali che sono state gestite in modo illecito. L'iniziativa è stata organizzata dall'Agenzia nazionale dei beni confiscati in collaborazione con Assolombarda, Associazione lombarda dirigenti aziende industriali e Fondirigenti assieme a Fondazione Istud di Stresa, Sda Bocconi e Luiss School of management sotto il patrocinio del Ministero dell'Interno.

Un processo di selezione di manager provenienti dall'area lombarda, alcuni senza lavoro, che hanno accettato la sfida e che adesso si troveranno a rilanciare aziende anomale.

Il numero di aziende confiscate supera le 1600 unità, di queste solo 57 sono attive sul mercato e circa 70 hanno dei dipendenti.

La Lombardia è al terzo posto per numero di aziende, ma è strategica per i nuovi business della mafia. Il compito arduo dei manager sarà quello di tenere in piedi delle società che fino a poco tempo fa proliferavano non rispettando le leggi di mercato e senza concorrere legalmente all'assegnazione degli appalti.

Imprese che non si preoccupavano di sfruttare lavoro nero, evadere il fisco e imporre prezzi ai fornitori e che adesso dovranno tornare alla legalità e competere per non abbassare le saracinesche.

La volontà  di assegnare le aziende ad una gestione manageriale nasce dalla necessità di mantenere il livello occupazionale delle stesse che già  si trovano in aree del paese con forti problemi sociali e non lasciare che falliscano.

Il corso manageriale ha proposto una gestione facilitata per il turnaround di queste imprese di cui solo il 4 per cento oggi sopravvive. Lo Stato e tutti i soggetti devono impegnarsi dal punto di vista legale e burocratico, sia per quanto riguarda l'accesso al credito (fidi, garanzie) e l'accesso al mercato (partnership, accesso a gare, ecc) per mantenere in vita delle realtà che operano nel settore dell’agricoltura, del turismo e  dei servizi e che possono rappresentare una svolta per tanti giovani imprenditori.