Siamo abituati a considerare l'immigrazione come un fenomeno socialeche interessa le popolazioni vicine, speranzose di trovare nel nostro paese una"second life" migliore di quella che potevano vivere nel paese natio. Si trattabensì di un fenomeno anche interno, gliitaliani emigrano fuori e dentro il paese. Un quadro che vede molti abitantidel nord del paese spostarsi verso Germania, Svizzera e Regno Unito, mentre icittadini del sud Italia continuano storicamente a trasferirsi nelsettentrione.
Geograficamente sono i lombardi a detenere il primato conquasi 10.000 trasferimenti seguiti da laziali, veneti e siciliani intorno ai5000 spostamenti.
Queste sono le regioni che presentano il più elevato tasso dimobilità. Il nord Italia continua ad essere la meta preferita degli abitantidel sud, si stima che nel 2011 abbia interessato circa 112 mila persone. Ilfenomeno va avanti dai tempi dell'unità d'Italia, un paese a due velocità, ilnord locomotiva industriale e finanziaria e il sud esportatore di giovani emanodopera.
Negli ultimi 20 anni più di 2,5 milioni di persone hannoabbandonato il sud per il nord, numeri spaventosi, una cifra pari alla metàdella popolazione siciliana.
Cresce sempre più la percentuale di giovani con livelli di istruzioni altiche si trovano costretti ad emigrare pur di mettere a frutto anni di studio, unfenomeno che ha dapprima interessato solo single ma che ultimamente coinvolgesempre più coppie, spesso con figli.
Nel panorama generale della mobilità un trattamento a parte meritano i pendolari di lungo raggio che falsanole statistiche. Si tratta di tutti coloro che mantengono la residenza nel sud Italia,ma si trovano stabilmente a nord per motivi di lavoro.
Oltre confine, alle mete classiche, prendono sempre più piede paesi extraeuropeicome Usa, Brasile, Australia contenti di attrarre giovani laureati in materiespecialistiche o manodopera altamente specializzata. Si spera che l'Italia, che giàsoffre di una natalità bassissima, non diventi esclusivamente un paese pervecchi.