I rapportitra i Paesi membri dell'Unione Europea non sono assolutamentesemplici, soprattutto da quando il clima di "austerity",caro soprattutto alla politica socio economica della Germania, neregola gli equilibri.

Talepercorso sta generando, così, nei cittadini un vero senso disfiducia nei confronti delle politiche europeiste, in campo tantosociale, quanto economico, strettamente legato al primo.

La notiziache circola da alcune settimane che in GranBretagna parte dei rappresentanti politici (enon solo nel gruppo laburista), cogliendo il disagio dellapopolazione, chieda un referendum per usciredall'UE, ha sollevato preoccupazionesoprattutto negli Stati Uniti, più che nella stessa Europa, segno,quest'ultimo che i rapporti tra i membri dell'Unione non sonoaffatto distesi, tanto più che l'insofferenza sorge da parte diuno stato che, pur con numerose difficoltà occorse negli ultimi dueanni, presenta una situazione socio economico ben più florida diquella di Italia, Spagna e Grecia, considerate le penisole più indifficoltà (senza dimenticare i problemi della Francia).

La settimanascorsa, rispondendo ai giornalisti durante una riunione a Londra, ilsottosegretario degli affari europei del "Dipartimento di Stato"degli Stati Uniti, Philip Gordon,ha avvertito che le consultazioni frequenti fanno sì che le nazionidedichino giustamente le attenzioni a sé stessi, sottolineando,però, che la linea da seguire non dovrebbe essere l'individualismo.

Piuttostoche dubitare sulle relazioni con l'Europa, gli Stati Unitipreferirebbero che il Regno Unito mantenesse influenza e prestigioall'interno dell'Unione, secondo quanto dichiarato di Gordon,prima di riunirsi a Londra con il segretario di stato degli affarieuropei del "Foreign Office", DavidLidington.

Il primoministro britannico, David Cameron,si trova così in un momento per nulla facile, sotto la fortepressione del proprio partito che vuole il referendum, fruttodell'"anti-europeismo" crescentefomentato dai conservatori euro-scettici, unaposizione non lontana da molti investitori e politici anche inItalia.



Si attendeche Cameron tenga nel mese un discorso in cui presenterà la propriapolitica nei confronti dell'UE, la quale potrebbe includere lapossibilità di un rimpatrio di competenze da Bruxelles e larichiesta di una modifica del "Trattato diLisbona" sull'euro.

Lo scorso 9gennaio, alcuni importanti imprenditoribritannici hanno avvisato l'Esecutivo diStato, tramite una lettera al "FinancialTimes", che l'"appartenenzadel Regno Unito all'Unione Europea nelle sue possibili negoziazioniper ridefinire la relazione con Bruxelles".

L'interavicenda denota in modo inequivocabile che inEuropa stia crescendo lo scetticismo nei confronti della politicaunitaria, sia economica, sia sociale,generato dalle effettive difficoltàin cui versano centinaia di migliaia di famiglie in lotta con ibilanci mensili.

Il fatto chedovrebbe preoccupare maggiormente i governi dei vari paesi èl'imbarazzante, ma inevitabile, discesa delpotere d'acquisto che strozza l'interosistema economico e sociale: l'Italia si pone come un tristeesempio dove l'assoluto "rispetto" ai diktat europei da partedel governo Monti (cheavrebbe potuto agire in differenti direzioni, rispetto all'unicapercorsa) ha, di fatto, strangolato lacircolazione della moneta, provocando, dicontro, nell'ultimo anno, cessazioni dinumerose attività imprenditoriali (conl'incremento della disoccupazione)mancando, oggi, una reale politica verso la crescita socio economicadell'Italia.