Il contributo per l'Aspi andrà versatosolo dalle imprese. È tempo di elezioni e il Ministero del Lavoro ancora una voltacerca di riparare i guasti delle precedenti riforme di previdenza e lavoro.
Esodati, contributi silenti, invalidicivili; ora tocca al pesante contributo che le famiglie dovrebbero pagare peril licenziamento di Colf, Badanti e Babysitter.
Pare sia in arrivo l'atteso contrordine del Ministero del Lavoro,sulla base di un positivo parere dei suoi tecnici, sull'applicabilità alrapporto di lavoro domestico della tassa di licenziamento prevista dalla leggedi riforma del lavoro.
Saranno così tacitate le pericoloseproteste di sindacati e associazioni concernenti l'odiosa tassa che era cadutasulla testa delle famiglie che hanno bisogno di una domestica, spesso peraccudire persone anziane e bambini.
Come abbiamo evidenziato su questo sito inun precedente articolo, il contributoè stato introdotto dalla legge Fornero che prevede un versamento di circa 500euro per ogni anno di lavoro, con un massimo di 1.500,00 euro, a carico di chi interrompeun rapporto a tempo indeterminato con il licenziamento del lavoratore.
La legge non fa distinzione tra imprese e famiglie e, secondo un'interpretazioneletterale della norma, la nuova tassa avrebbe dovuto colpiretutti i datori di lavoro ed essere applicata anche al rapporto di lavorodomestico.
Ovviamente il balzello ha suscitatoproteste da parte di sindacati e associazioni perché oltre a colpire i singolidatori di lavoro, e quindi le famiglie, colpisce indirettamente lavoratori elavoratrici particolarmente deboli, quali i lavoratori stranieri che per ilpermesso di soggiorno hanno bisogno di una regolare rapporto di lavoro.
Indubbiamente il provvedimento,se da unaparte avrebbe evitato o ridotto il ricorso a fittizie indennità didisoccupazione (ora Aspi), dall'altra avrebbe favorito il lavoro nero e la clandestinità.
Le giuste proteste sonotacitate dal Ministro del Lavoro, che mette un'altra toppa ai tanti strappidelle ultime riforme. Secondo quanto riportato dalla stampa (non risulta ancoraun comunicato ufficiale), secondo il Ministro il comma 31 dell'articolo 2 dellalegge 92/2012 si applica "solo alleimprese e non alle famiglie".
Quindi non dovrà essere pagato alcuncontributo da chi licenzia colf, badanti e babysitter impiegati dalle famiglie.
Il chiarimento delministero mette fine alla vicenda che stava preoccupando non poco le famiglieitaliane e le lavoratrici straniere.