Più che ufficiale: la nota agenzia americana Bloomberg, haaffermato con un roboante "China eclipses U.S. as biggest trading Nationmeasured in Goods", il sorpasso economico della Cina sugli Stati Uniti.

Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, nessun Paese è maistato in grado di raggiungere e superare la potenza economica americana, ma la ormaiattesa notizia è giunta dal Dipartimento Usa per il Commercio, che hapresentato i dati import-export per il 2012, fatturando un totale di 3.820miliardi di dollari. Lo stesso dato proveniente dalla Dogana cinese di Pechino,parla di 3.870 miliardi di dollari.

Che l'influenza cinese stia condizionando il commercioglobale è ormai un dato di fatto. Il paese del Sol Levante sta crescendo senzasosta, forse accenna solo a qualche rallentamento dato dalla crisi globale, ma,quel che è evidente, Pechino sta diventando per un numero crescente di Paesi,il partner commerciale principale.

Dalla Goldman Sachs, Jim O'Neil riporta una previsione importante:"Per molti Paesi nel mondo, la Cina sta diventando rapidamente il piùimportante partner commerciale - spiega lo stesso O'Neill - Con questo ritmo,alla fine del decennio, molti stati europei faranno più scambi individuali conla Cina che bilaterali con gli altri partners in Europa". Si stima che entrola fine di questa decade, la Germania esporterà in Cina il doppio di quantofarà con la Francia.

A gettare qualche critica sulle future previsioni, provieneda un dato inaspettato, ovvero il +14,1% delle esportazioni cinesi nel mese didicembre, che solleva qualche dubbio nel medio-breve termine. Ma la crescitacinese nel lungo termine, probabilmente non toglierà spazio solo agli StatiUniti. Pechino sta di fatto andando a creare equilibri diversi tra le economiepiù avanzate, coinvolgendo anche e soprattutto le economie emergenti.

La Cinaacquista rilevanza anche nel contesto del Fondo monetario internazionale: "Inun modo o nell'altro dobbiamo coinvolgere maggiormente la Cina nel contestodelle organizzazioni internazionali di oggi e del futuro". Non porremaggiormente al centro di tali questioni la Cina è una cosa "solo semprepiù sciocca", conferma in una nota lo stesso O'Neill.