"Signori si nasce..." è la constatazione vagamente surreale del mitico Totò, il quale "... modestamente lo nacque". "Poveri si diventa"... potrebbe essere nel repertorio di un altro grande della commedia partenopea, Eduardo de Filippo.

La relazione di Confcommercio non fa spettacolo, offre comunque un quadro desolante del Paese, che pare sconfitto. Quattro milioni di poveri, ossia di persone senza accesso alle necessità primarie, sono una sconfitta per l'Italia... soprattutto quando paiono mancare prospettive di miglioramento e gli interventi, a livello governativo, si limitano per ora a generiche dichiarazioni di intenti.

Il motivo primario della sopravvenuta povertà è la perdita del lavoro, su questo fattore si innestano conseguenze, quali l'impossibilità di pagare il mutuo o l'affitto e la perdita della casa. In mancanza di una famiglia che possa aiutare, la via della mensa dei poveri e dell'alloggio di fortuna è segnata.

La crisi colpisce soprattutto gli ultracinquantenni, troppo vecchi per riciclarsi nel lavoro, troppo giovani per la pensione.

Speranze? Per ora sono riposte in un miglioramento del PIL, visto in lieve ripresa nel 2014 e a una ripresa del mercato e dei consumi.

Solo parole in pratica per i quattro milioni di poveri, affidati alla carità sociale. L'obiettivo è infatti solo quello di non aggiungerne altri... allora si parlerà di successo e di riuscite azioni di sviluppo per i giovani.

La vecchia generazione impoverita sarà dimenticata in fretta.