Le sigarette elettroniche hanno fatto segnare unnotevole boom di vendite negli ultimi tempi. Lo si nota dalproliferare selvaggio di negozi che vendono tale articolo e se ne èaccorto anche e soprattutto l'erario, riscontrando la notevole diminuzionedel gettito fiscale proveniente dalla vendita dei tabacchi.

Si stimache lo Stato incasserà circa 700 milioni di euro in meno rispetto aquanto preventivato. Ecco perché, pare si stia avvicinando ilmomento in cui verrà introdotta la tassa sulle sigaretteelettroniche, anche se il provvedimento che inserisce il tributo,avrebbe già dovuto essere presente nell'ultimo decreto Sviluppo.

Il problema sta nel fatto che per imporre un nuovotributo, occorre anche assoggettare ed attribuire il prodotto ad unadeterminata fattispecie. E qui, sorge l'inghippo. Prodottoterapeutico o pura alternativa alla sigaretta? Gli addetti ai lavorisi stanno ancora interrogando in merito. Nessun aiuto arriva dalresto d'Europa, dove, l'unico paese ad aver trovato la quadratura delcerchio è l'Inghilterra che ha equiparato il prodotto a quelli dafumo.

Bisogna però tenere conto del fatto che lesigarette elettroniche emettono vapori e non fumo e che la nicotina èpresente solo tramite particolari atomizzatori che trasformano ilvapore acqueo. Si potrebbe quindi inserire l'accisa sulla quantitàdi tabacco contenuta nel prodotto, salvo però dover poi disciplinareanche i rivenditori di questi prodotti, nel senso che, i negozi disigarette elettroniche dovrebbero registrarsi presso i Monopoli diStato ed aprire un conto ed un deposito fiscale.

La soluzione quindinon è così facile come sembra. Ad oggi, una sigaretta elettronicacosta in media 65 euro al cliente finale, 25 euro al produttore e 35al distributore: da qualche parte si deciderà di intervenire. E se il nuovo Governo avrà il tempo per eseguire il suo mandato, è molto probabile che scopriremo presto la risposta al quesito.