La sensazione di solitudine è uno dei sentimenti più angosciosi di chi è vittima del mobbing. Ha l'impressione che vi sia un vuoto intorno, quasi avesse un male contagioso. In parte è vero, chiunque sia ad averlo preso di mira, capo ufficio o datore di lavoro, il gruppo spesso si allontanerà da lui o asseconderà le molestie.
I colleghi, con sollievo vigliacco, si sentiranno i "bravi ragazzi che non saranno puniti". Intanto la vittima avverte la perdita del suo ruolo e della sua stessa identità, vedendosi deriso, sottostimato, declassato, umiliato, privato di ogni collaborazione.
Si chiede cosa abbia determinato la sua emarginazione, arrivando a volte a colpevolizzare se stesso. Seguono manifestazioni a livello fisico, esaurimento nervoso, disturbi comportamentali, abuso di tranquillanti o alcol, il tutto a peggiorare la situazione.
Poi arriva la voglia irrefrenabile di fuggire, di abbandonare un ambiente divenuto invivibile. A questo punto i persecutori hanno vinto, il "diverso" è stato espulso. Non è facile reagire in tempo, costruire la propria difesa. Quasi sempre la vittima è un soggetto fragile e i molestatori si accaniscono sempre sui deboli, che in taluni casi hanno già dovuto subire atti di bullismo a scuola, disagi ed emarginazione dalle compagnie giovanili.
La prima soluzione, la più difficile, è non farsi prendere dallo sconforto, rivendicare i propri diritti contro l'ingiustizia. Il mobbing è un reato contro la persona, perseguibile in sede civile ed anche penale qualora assuma forme violente o crudeli. Non esiste una legge specifica sul mobbing, ma una serie di norme volte a colpire comportamenti vessatori.
Il principale riferimento è la legge 626 del 1994, per la tutela dell'integrità fisica e psicofisica del lavoratore.
Numerose sentenze hanno sancito elementi risarcitori per il danno biologico subito. Gli aspetti penali sono connessi soprattutto al reato di violenza verso terzi. Esistono numerose associazioni e consultori cui la vittima può rivolgersi per assistenza psicologica e legale. Determinante resta la volontà di reagire, di ritrovare serenità sul lavoro e nel proprio ambiente sociale.